"E' il quarto film che dirigo e racconta la storia di un ragazzo orfano di padre. Un padre che gli ha lasciato in eredità tanti debiti, ma anche una grande passione: l'astronomia”, così il regista Vittorio Moroni alla presentazione di Se chiudo gli occhi non sono più qui, film in concorso per la sezione Alice nella città del Festival del cinema di Roma.
Protagonista un diciottenne filippino di nome Kiko (interpretato dal giovane Mark Manaloto), che vive, insieme alla madre Marilou (Hazel Morillo) e al suo nuovo compagno, Ennio (Giuseppe Fiorello), nella periferia friulana. Kiko vorrebbe studiare come tutti i ragazzi della sua età, ma Ennio lo costringe a lavorare in un cantiere edile insieme agli operai clandestini poiché la scuola è un lusso che non intende concedergli gratis.
“Ennio non è un personaggio cattivo, non lo giudico, penso che sia un uomo solo. Nel mondo del lavoro e dello sfruttamento degli operai Ennio tira fuori un suo lato grigio, mentre con Kiko talvolta riesce a tirare fuori un po' di dolcezza e umanità”, dice Giuseppe Fiorello che ha recitato per la prima volta “studiando molto la tecnica, improvvisando poco e affidandomi completamente alle direttive dell'acting coach Rosa Morelli”.
E il regista aggiunge: “La vita di Kiko è complicata, deve marinare la scuola per andare a lavorare in cantiere. Kiko è un adolescente che deve ancora scoprire chi è e per cosa vale la pena vivere. Un giorno arriva un amico del padre di nome Ettore, interpretato da Giorgio Colangeli, che si propone come maestro in grado di indicargli una via d'uscita. Ma anche lui nasconde un mistero”.
“Questo non è né un film di denuncia né sull'immigrazione”, precisa poi il regista perché “quel che succede a Kiko potrebbe succedere anche a un italiano. Non volevo raccontare l'immigrazione, ma la seconda generazione di immigrati, quelli che sono nati in Italia”. Per farlo Vittorio Moroni ha passato un mese in un liceo scientifico sulla Prenestina (a Roma) insieme agli adolescenti: “A tutti domandavo: Pensi che la scuola sia un luogo fondamentale per il tuo futuro? Tutti mi rispondevano di sì. Purtroppo spesso la scuola è fatta di valutazioni e di protocolli che ne segnano un forte limite. Ettore invece non è un maestro come tutti gli altri, non gli interessano i voti, ma conduce Kiko a scoprire la filosofia, che è il luogo più profondo di contatto con il sapere. Anche se è difficile rappresentare la filosofia al cinema!”. Nel film ci sono comunque tanti testi della filosofia e della letteratura occidentale (da Platone a Nietzsche), che saranno un percorso ideale di conoscenza che porterà Kiko a farsi domande sempre nuove sulla sua vita e sulle sue scelte. “Avevo molte somiglianze con il personaggio di Kiko, tutti sogniamo di avere un futuro migliore e poi i problemi che ha Kiko sono universali”, dice Mark Manaloto che tra le letture fondamentali nella sua vita mette al primo posto proprio un testo filosofico: “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche. Mentre il regista e Giuseppe Fiorello mettono come testo di vita fondamentale rispettivamente "Le memorie di Adriano" e "Il codice dell'anima" di James Hillman.