Dopo Poco più di un anno fa nel 2002, Marco Filiberti torna alla regia con Il compleanno, melò all-star - da Alessandro Gassman a Piera degli Esposti, passando per Michela Cescon, Maria de Medeiros, Massimo Poggio e Christo Jivkov - in cartellone al Controcampo lagunare.

Il compleanno lo festeggi a Venezia…

Ferzan mi continua a dire: "Venezia fa paura", ma non guardo a queste cose. Mi riconosco pienamente in questo film, ho fatto quel che volevo, imponendo un determinato contratto: final cut, scelta attori e collaboratori, etc. Inoltre, ha un linguaggio talmente specifico, così poco italiano… Sono al Lido senza Rai e senza Medusa: crea qualche fragilità, ma sono felice di esserci arrivato con le mie forze.

Che ti aspetti?

Un'aderenza totale o un rigetto completo. Si apre su una scena d'opera in teatro con Tristano e Isotta: una mediazione per far accedere il pubblico. Ma, per dirla con Thomas Mann, la nobiltà dello spirito non appartiene a nessuno dei personaggi, sta nel metatesto, in quell'altrove a cui i caratteri non arrivano. Tanto è vero che il film finisce malissimo, non solo per la tragedia ma perché questa non serve: non arrivano all'altrove, la catarsi è solo nel metatesto, negli ultimi 4 secondi. Il figlio, David, scatena una reazione, stigmatizzando lo strato di non autenticità che riveste queste persone, inserite in una società improntata al capitalismo e svuotata di identità.

E gli attori?

Massimo Poggio ha il ruolo principale: ha fatto un provino incredibile, è stato subito lui, non c'era partita. Il suo personaggio ha la consapevolezza più alta, è l'unico intellettuale, gli altri appartengono al milieu borghese, ma senza cultura. Il suo Matteo, orfano come Tristano, si è fatto da solo, ed è molto attaccato alla sua professione di psicanalista, ma si sfascia completamente: è disarmante. Anche dal punto di vista fisico, Massimo mi ha dato quello che un attore italiano raramente – eufemismo - concede.

Poi c'è sua moglie, Francesca, con il volto di Maria de Medeiros.

Una grandissima attrice, e pure un'artista, Potrebbe essere una Desdemona dei giorni nostri, una bambina senza età, con gli occhioni spalancati sull'abisso. Accanto a lei, Michela Cescon, che utilizzata sempre in modo mortificante non aspettava che di essere trasformata: qui è bellissima, bionda, irriconoscibile, una novella Lana Turner.

La sua Shari è accoppiata ad Alessandro Gassman...

Un eterno ragazzo, Diego, che gioca sull'appeal e l'inconsistenza, in un tira e molla con la compagna. Diego voleva fare l'attore, ed è finito nello studio del padre: è simpatico, figo e senza posizione nel mondo. Ma in un gruppo corroso dall'ansia ha un ruolo di bilanciamento: non si accorgerà di nulla, solo che la sua vacanza sta andando in malora. Continua a farsi "mazzolare" dalla moglie ogni 5 minuti, ma ha una grande tenerezza.

Il fratello minore di Shari, Leonard?

Christo Jivkov, ovvero la nobiltà offesa dalla violenza del mondo: parla pochissimo, è un solitario, in cammino con la croce sulle spalle. Proverà a portare via il figlio di Diego e Shary, David (Thyago Alves), che rimanda perché è il suo compleanno… Leonard è l'unico ad accorgersi della tragedia che sta per consumarsi, ma i suoi mezzi non possono fare breccia nella società attuale.Un

Compleanno nichilista?

No, perché la ricerca dell'altrove permea ogni singolo fotogramma. La risoluzione c'è, ma non è qui: i personaggi non ci possono arrivare, forse gli spettatori. E' un film sulle verità nascoste, e nella verità una risposta c'è sempre. Come nel personaggio di Piera Degli Esposti: all'apparenza un mostro, invece… La verità è amore, ma quando l'amore è assoluto e investe il piano conoscitivo si scontra con la dimensione di finitezza della società postmoderna: la mia soluzione non è compatibile con l'adesione alla nostra società, ma all'identità dell'uomo in quanto tale. Mi sento un eterno straniero, ma non sono un pessimista, che affida al qui risposte destinate alla sconfitta.