La magnifica villa di Sabaudia affacciata sulla spiaggia è la stessa di Non ti muovere di Castellitto: qui, prima di una breve trasferta a Jesi, si sta girando Il compleanno, l'opera seconda di Marco Filiberti. L'incipit (due coppie di amici - Alessandro Gassman e Michela Cescon; Massimo Poggio e Maria De Medeiros - che si ritrovano per passare un'estate insieme) è in zona Il grande freddo, ma il film si mette presto sulle tracce del Teorema di Pasolini: "L'incontro con una persona (ma lo stesso vale per una malattia, un amore o qualsiasi evento che abbia la forza di un'epifania) a volte obbliga a guardarsi dentro con effetti imprevedibili - spiega il regista - porta allo scoperto debolezze e fragilità irrisolte. L'uomo del destino che mette alle corde i miei protagonisti si chiama David, è l'elemento che sovverte l'ordine delle cose".
Lo interpreta, scelto tra un migliaio di candidati, l'esordiente Thyago Alves, che una frattura alla caviglia ha tenuto lontano dai campi di calcio (palleggiava con Kaká nel campionato juniores brasiliano) ma non dalle passerelle dell'alta moda: nel film è il figlio di Gassman e della Cescon, che di ritorno in Italia dopo cinque anni di studi in America "mette in discussione le certezze, anche sentimentali, del mio personaggio", racconta Poggio. Ne faranno le spese anche gli altri: compresi il padre avvocato ("inadeguato, non è proprio tagliato per il ruolo di genitore", spiega Gassman) e la madre colta, elegante e nevrotica.
Scritto proprio a Sabaudia, e influenzato dalle ascendenze mitologiche del luogo, "Il compleanno sarà un film di grande sensualità sulle cose che si sentono ma non si dicono", assicura Caroline Locardi, che insieme a Agnès Trincal produce il film, primo lungometraggio interamente finanziato dalla loro società Zen Zero. Ma sarà anche "una commistione di linguaggi, con momenti tragici ed altri brillanti, dove ciò che conta non è detto, ma trafugato", anticipa Filiberti, che dopo la prova da mattatore dell'esordio Poco più di un anno fa, ha rinunciato stavolta ad essere sullo schermo, "per dedicarmi con il massimo della lucidità alla regia e alla direzione degli attori. Sono pazzo di loro!".