Sessualità, emancipazione, integrazione razziale, diritti delle donne e un omaggio ai 70 anni dall’Indipendenza dall’impero britannico: sono le storie da un paese in trasformazione le protagoniste del 17° River to River Florence Indian Film Festival, l’unico festival in Italia interamente dedicato alla cinematografia indiana che si terrà dal 7 al 12 dicembre al cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour 50r) e in vari spazi della città. 37 gli eventi in programma tra proiezioni, mostre, talk, lezioni di cucina ed eventi off, per uno spaccato su una realtà in rapidissima evoluzione, con i racconti da tutte le parti dell’India, dove l’esplorazione della sessualità si affianca ai matrimoni combinati, la battaglia per i diritti della comunità LGBT si combina a tradizioni secolari, le donne lottano ogni giorno per conquistare ruoli di primo piano nella società e la comunità richiede a gran voce una democrazia più forte, per tutti.

 

IL PROGRAMMA NEL DETTAGLIO:

Tra le pellicole di punta (molte dedicate all’attualità e alla vita reale), “Newton” (India, 2017), film rivelazione candidato dall’India agli Oscar 2018: una commedia al contempo brillante e nerissima in cui Amit Masurkar racconta lo stato della corruzione nel suo paese attraverso le peripezie di un piccolo impiegato inviato a vegliare sulle elezioni in un piccolo e turbolento villaggio nella giungla. Si continua con “Shab (The Night)” (India, 2017), ultimo lavoro del pluripremiato regista Onir che fotografa i sogni e le aspirazioni di chi abita i margini della società in una megalopoli come Nuova Delhi, tra accettazione di sé e dell’altro. L’omosessualità, tema caldissimo nell’India di oggi, è al centro del documentario “Abu” di Asdhad Khan (Canada, 2017), pellicola autobiografica che racconta cosa significhi crescere in una rigidissima famiglia indiana di religione musulmana, emigrata prima in Pakistan e poi in Canada, dovendo fare i conti con i propri desideri e con la tensione post 11 settembre. E poi: l’emancipazione femminile attraverso una pratica quotidiana e aperta a tutti, quella del jogging, è il tema di un altro documentario: “Limitless” di Vrinda Samarath (India, 2017), che esplora la connessione sottile tra attività fisica e possibilità di impegno e azione sociale per le donne. Ancora figure femminili forti con “My pure land” (UK, 2017), ultimo lavoro di Sarmad Masud candidato agli Oscar 2018 dal Regno Unito, la storia vera della giovane Nazo che, rimasta sola con la madre e la sorella alla morte del padre e del fratello, si trova a difendere con le unghie e coi denti la propria casa nelle terre brulle del Pakistan. Altro tema portante della nuova edizione sarà la sessualità, da tabù a territorio da scoprire, con lavori tra cui il divertente documentario “Ask the Sexpert” di Vaishali Sinha (USA/India, 2017), in cui attraverso la rubrica giornaliera sul sesso tenuta dall’ex ginecologo 93enne Mahinder Batsa su un quotidiano di Mumbai si guarda con umorismo lo stato dell’educazione sessuale tra uomini e donne di tutte le età, e la celebre web serie “It’s not that simple” (India, 2016), la vicenda di Meera, donna sposata che decide di provare a cercare, con il consenso del marito, la propria soddisfazione erotica fuori dal matrimonio.

I 70 anni dall’indipendenza dell’India dall’impero britannico, ottenuta il 15 agosto del 1947, saranno omaggiati con due capolavori, “Earth” di Deepa Mehta, film cult del 1998, appartenente alla Trilogia degli Elementi e che si svolge a Lahore nel 1947, anno della partizione nonché dell’Indipendenza dell’India e “Gandhi” di Richard Attenborough, del 1982, biopic sul Mahatma Gandhi, interpretato da Ben Kingsley e vincitore di otto premi Oscar, che ripercorre le tappe più importanti della vita del protagonista, dalla sua vita di giovane avvocato alla morte il 30 gennaio 1948, poco dopo l’Indipendenza dell’India.

Tra le tante novità dell’edizione 2017 una nuova sezione dedicata ai cortometraggi in VR, a cui si potrà assistere con appositi visori per un’immersione a 360° nell’India di oggi. Il festival prosegue il suo cammino di ricognizione nei territori del cinema del subcontinente, per raccontare le tante facce di una realtà lontana e ricca di contraddizioni, attraverso i film di registi noti e di giovani talenti. Confermate la sezione Doc India, che proporrà punti di visa inediti attraverso l’occhio attento di documentaristi indiani e internazionali, i lungometraggi tra cinema indipendente e di Bollywood e i cortometraggi. Il pubblico decreterà poi il miglior film, tra le varie sezioni del festival, che si aggiudicherà il River to River Audience Award.

Tra gli eventi collaterali, la mostra “Instant Kharma” del tedesco Wolfgang Zurborn presso la Fondazione Studio Marangoni (via San Zanobi 19r), una raccolta di fotografie dall’India dal 2013 al 2015 in cui sono ritratte le principali megalopoli, da New Delhi a Calcutta, strutture mega-urbane in costante competizione tra i diversi sistemi di valori dello stile di vita occidentale, diffuso dai miti dei mass media, e la profonda fede religiosa insita nella cultura indiana, testimoniata dagli onnipresenti idoli divini sparsi nel paesaggio urbano.