(Cinematografo.it/Adnkronos) - Il maestro del cinema francese Claude Chabrol torna a Venezia, a tre anni dall'esperienza come giurato, con il suo nuovo film, La damigella d'onore, un thriller ispirato all'omonimo romanzo della giallista inglese Ruth Rendell (da cui il regista 74enne aveva già tratto per Il buio della mente), incentrato su una storia d'amore tra due giovani dagli sviluppi inquietanti e presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia. "Sono rimasto molto fedele al libro, ho solo trasportato la storia dall'Inghilterra alla Francia ma non è stato difficile", dice il regista già in concorso a Venezia nel 1988 con Un affare di donne, valso la Coppa Volpi ad Isabelle Huppert. Il film racconta la degenerazione della storia d'amore tra Philippe (Benoit Magimel) e Senta (Laura Smet), incontrata ad un matrimonio. La passione di lei e per lei finisce per schiacciare Philippe, coinvolto in una prova d'amore terribile: ognuno di loro dovrà uccidere uno sconosciuto... "Tutto il film - spiega il regista - è percorso da una falsa suspense, che in realtà è un'angoscia che sale man mano che ci si allontana da ciò che è ragionevole e si va verso ciò che non lo è... Mi piace raccontare casi limite perché mi piace esplorare la natura umana e vedere fin dove arriva", sottolinea il regista, che dice di aver subito pensato alla giovane ed emergente Smet (presente a Venezia anche nel film di Frederic Fonteyne) per il ruolo della psicopatica. Il lavoro di Hitchcock ha invece ispirato i personaggi secondari del film: "Quello che ho sempre ammirato in lui era la capacità di presentare in maniera rapida ma nitida i personaggi secondari. In questi film ho cercato di prendere da lui. Per questo ho voluto attori di grande esperienza anche per i ruoli minori".