Roman Polański non parteciperà alla 45a cerimonia del César prevista per domani sera, venerdì 28 febbraio. La decisione è dovuta alle annunciate manifestazioni delle associazioni femministe, che protestano contro le 12 nomination ottenute da L’ufficiale e la spia. Il regista ha rilasciato una dichiarazione all’AFP, che riportiamo qui.

“Per diversi giorni mi è stata posta questa domanda: andrò o non andrò alla cerimonia di César. La domanda che faccio è piuttosto la seguente: come potrei andare?” si legge nella nota.

“L’andamento della serata è già noto. Gli attivisti minacciano un linciaggio pubblico. Alcuni di loro stanno annunciando manifestazioni di fronte alla Salle Pleyel. Altri hanno in programma di renderlo un’occasione per contestare la governance. Tutto questo renderà la serata più un simposio che una festa cinematografica in cui si dovrebbero premiare i migliori talenti”.

Polański spiega che deve “proteggere la sua famiglia, sua moglie e i suoi figli, che sono sottoposti a insulti e affronti”. Continua che fa questa scelta con rammarico, perché non intende “confrontarsi con un tribunale autoproclamato pronto a calpestare i principi dello stato di diritto”.

La 45a cerimonia dei César non ha pace. Prima le polemiche per le 12 candidature a L’ufficiale e la spia, poi le dimissioni collettive della direzione dell’Accademia, accusata di opacità e autostima. Polański è diventato il bersaglio principale dei contestatori, in particolari le associazioni femministe, indignate per gli onori concessi al regista, che a novembre è stato nuovamente accusato di stupro per un episodio risalente al 1975. Il collettivo femminista #NousToutes ha annunciato un evento durante il quale avrebbe assegnato riconoscimenti ad altri cineasti.

“12 nomination per il suo film vergognosamente intitolato J'accuse” si legge nella nota del collettivo. “Come il numero di donne che accusano Roman Polański di stupro, alcune delle quali minorenni al momento dei presunti crimini. 12 consacrazioni che contribuiscono a mantenere l’impunità degli stupratori, il silenzio delle vittime e a mantenere la cultura dello stupro”.

Per protestare contro Polański e l’omertà nel mondo del cinema, #NousToutes, domani, prima della cerimonia dei César, assegnerà, nel corso di un happening, altri premi a vari cineasti meno gloriosi, in modo che si alzi il sipario sulla protezione che il mondo delle arti e del cinema concede a Polański”.

Nel frattempo, alcune attiviste hanno esposto manifesti contro il regista già da martedì davanti alla Salle Pleyel, sede della cerimonia, e al quartier generale dell’Académie des César a Parigi, per chiedere la cancellazione della cerimonia.