È stato il giorno del regista Edoardo Winspeare. Il suo In Grazia di Dio quest'anno è l'unico film italiano nel Panorama della Berlinale 2014. Dagli schermi di Panorama sono passati negli ultimi anni, Daniele Vicari (2012), Ferzan Ozpetek (2010), Giuseppe Piccioni (2005), Francesca Comencini (2004), Gianni Minà (2004). Il suo ultimo lavoro Winspeare l'ha interamente ambientato in Puglia (nel Salento) e fatto interpretare da attori non professionisti, tra cui la moglie del regista, Celeste Casciaro. Winspeare, insieme a Gustavo Caputo e Alessandro Contessa per Rai Cinema, è anche uno dei produttori del film. Una storia, spiega il regista "sulla possibilità di essere felici“. Una piccola fabbrica tessile a conduzione familiare del Salento che chiude i battenti, lasciando tre generazioni di donne nella difficoltà di gestire il periodo di crisi, è il punto di partenza di In Grazia di Dio. "Come negli altri miei film l'elemento locale è molto forte ma il tema è universale, qui la crisi economica vista come possibilità, come un nuovo inizio". Sulla scelta del Salento: "Giro sempre i miei film in Salento anche per motivi economici. Ma c'è anche l'aspetto passionale perché amo molto la mia terra. Un miscuglio di tante razze".  Sulla scelta del dialetto: "La ricchezza del nostro paese è anche la sua varietà, per questo trovo affascinanti i film parlati in dialetto. L'italiano è una bellissima lingua, ma è recente dal punto di vista popolare. Trovo il dialetto più autentico". Sui personaggi femminili del film: "Il film è nato perché volevo raccontare questa storia attraverso il personaggio di mia moglie. Sono fiducioso nel ruolo delle donne, se prendono in mano la situazione nell'Italia del Sud, ci potrebbe essere più speranza". Sulla crisi epocale di questi anni: "Come tutti ho vissuto la crisi economica e questa è stata anche l'occasione per ripensare la mia vita professionale, l'attaccamento alla propria terra, la famiglia".  Crisi economica e sociale per Winspeare  sono una chance per guardare la vita con occhi nuovi.