"C'è un mondo dal quale proveniamo, sia a livello storico che a livello antropologico e culturale, nel quale realtà e leggenda si mescolano. Ecco, cosa c'è di più fertile di questo mondo per avviare un racconto?".

A parlare è Matteo Rovere, che ha creato, diretto e prodotto Romulus, epico racconto della nascita di Roma, la nuova serie tv Sky Original, in esclusiva su Sky e in streaming su Now Tv dal 6 novembre.

Matteo Rovere sul set ®Francesca Fago

Al centro della storia c'è un mondo primitivo e brutale governato dalla natura e dagli dèi, da cui sorgerà uno degli imperi più grandi e potenti di sempre. Nel cast Andrea Arcangeli, Francesco Di Napoli e Marianna Fontana. 

"Ho cercato di fare in modo che la serie avesse un linguaggio comune, anche se ogni episodio era guidato da una penna diversa", dice Matteo Rovere che firma per la prima volta un progetto per la tv (evento speciale alla Festa del Cinema di Roma 2020) insieme a Michele Alhaique ed Enrico Maria Artale. 

"E' un lavoro che ha un'identità molto forte, un progetto ambizioso, un film che ha poco le caratteristiche della serialità. Il lavoro di preparazione è durato sei mesi ed è stato fondamentale. Catapultarci nell'VIII secolo ci ha dato una grande libertà creativa. Abbiamo messo da parte il racconto delle metropoli e ci siamo letteralmente immersi nel fango", dice Michele Alhaique. E Enrico Maria Artale aggiunge: "C'è stato subito un terreno fertile per questa collaborazione. Abbiamo comunque gusti affini per cui non abbiamo avuto problemi ad avere uno stile comune tra noi".

Ma Romulus può essere considerato uno spin-off de Il primo re? Insomma, c'è un rapporto di complementarità tra questa serie e il film, diretto da Matteo Rovere nel 2019, che raccontava la storia di Romolo e Remo? "Ne Il primo re esploravamo la leggenda e il mito della fondazione di Roma come se fosse qualcosa di reale - risponde Rovere-. Ci siamo calati nella leggenda raccontando la storia dei due fratelli e della loro fuga da Alba Longa. In Romulus invece compiamo il percorso inverso: ci spostiamo in un mondo più realistico, nell'VIII secolo A.C.. Abbiamo provato a immaginare cosa possa essere successo veramente, prima della leggenda che poi è stata raccontata diversi secoli dopo dai romani per narrare l'origine semi divina del loro impero".

Un racconto calibrato dunque tra mito, leggenda e verità storica. "Rispetto alla leggenda abbiamo individuato alcuni nuclei tematici essenziali: la presenza dei due fratelli, la partenza da un luogo che si chiamava Alba Longa, la discendenza da due re e poi abbiamo costruito un mondo nel vero senso della parola", racconta lo sceneggiatore Filippo Gravino. E l'altro sceneggiatore Guido Iuculiano aggiunge: "Abbiamo lavorato per quattro anni su questa storia. Alcuni storici ci hanno aiutato e alcuni elementi li abbiamo recuperati negli studi che sono stati fatti su quel periodo storico".

La sfida è stata quindi sia capire l'età del ferro e mettere in scena comportamenti e modi che facevano parte della quotidianità di quell'epoca ("Abbiamo studiato i loro riti collettivi, come si salutavano o come esprimevano il dolore, la paura, l'amore, il sesso e l'amicizia", spiega Artale), ma anche, soprattutto per gli attori, recitare in protolatino. "E' stato difficile rendere naturale e credibile una lingua per noi sconosciuta", dice Francesco Di Napoli, che nella serie interpreta Wiros, uno schiavo "un po' gobbo e goffo che viene torturato e vessato".

Stessa cosa vale per Marianna Fontana, che qui interpreta Ilia, una vestale "con tanta voglia di emanciparsi e una grande fragilità", e per Andrea Arcangeli, nei panni del principe di Alba Yemos, legato dal sangue e dal destino al suo fratello gemello Enitos. E poi, oltre allo studio della lingua, fondamentale è stato anche prepararsi fisicamente per entrare nella brutalità del mondo che andavano a raccontare ("Abbiamo fatto circuiti militari e ci siamo approcciati alla spada e al cavallo", dice Andrea Arcangeli).

Andrea Arcangeli ® Francesca Fago

Nella serie anche la colonna sonora dei Mokadelic (già autori delle musiche di Gomorra-La serie, L'immortale e Sulla mia pelle), già disponibile su tutte le piattaforme digitali.

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Prodotto da Sky, Cattleya – parte di ITV Studios - e Groenlandia, in dieci episodi, Romulus è già in corso di vendita in diversi paesi. C'è già in cantiere un seguito? "Ci stiamo lavorando. E' un racconto che sicuramente potrà proseguire in una seconda stagione", risponde Matteo Rovere.