Applausi a United 93. Il primo sostegno al film di Paul Greengrass arriva dalla platea più sensibile e selezionata: i parenti delle vittime dell'attentato al volo della United Airlines, che rimase coinvolto nei dirottamenti dell'11 settembre 2001. "Uno o due anni fa sarebbe stato troppo presto - dice Peggy Beamer, che quel giorno perse il figlio Todd - ma ora i tempi sono maturi. E' giusto che anche il cinema inizi a riflettere su quei drammatici eventi". United 93, che la prossima settimana sarà presentato in anteprima al Tribeca Film Festival di Robert De Niro, ricostruisce in tempo reale le dinamiche del dirottamento, dal decollo allo schianto in Pennsylvania dell'aereo che dà il titolo al film. Greengrass, noto per la regia del durissimo Bloody Sunday sulla "Domenica di sangue" che nel 1972 diede ufficialmente il via alla resistenza armata in Irlanda del Nord, si è avvalso delle registrazioni delle conversazioni telefoniche dei passeggeri e della scatola nera dell'aereo. "Fra i compiti di Hollywood c'è ovviamente anche l'intrattenimento - ha detto il regista -. Scopo di questo film è però quello di ricostruire in maniera responsabile e matura quanto è accaduto quel giorno, per riflettere più consapevolmente sulla strada che abbiamo compiuto da allora".
Ad aprire il film, secondo quanto anticipato dall'agenzia Reuters, sarebbe una voce in arabo che recita alcuni versetti del Corano. Per i primi minuti la macchina da presa indugia sul gruppo degli attentatori, che prega in una stanza di albergo prima di recarsi all'aeroporto. Poi una crescente tensione, che Greengrass alimenta mostrando dettagliatamente i passeggeri che si accingono alla partenza, salutano familiari e amici. Gli eventi del Volo 93 si alternato poi a numerosi intermezzi che ricostruiscono quanto, nel frattempo, stava accadendo nei cieli americani agli altri tre voli che l'11 settembre si schiantarono sulle Due Torri e sull'edificio del Pentagono.