Sorridente, disponibile e desideroso di interagire col numeroso pubblico. Così il regista M. Night Shyamalan si mostra alla folla presso il Multisala Barberini, a Roma, dove si è tenuta l’anteprima del suo nuovo film SPLIT e, a seguire, una masterclass con protagonista lo sceneggiatore e regista di origine indiana.

Se sei indiano le grandi ambizioni sono: diventare medico, ingegnere o avvocato. Ho avuto la fortuna di poter crescere sulla costa orientale dell’America, difatti mi reputo un indiano a cui piacciono i cheeseburger, la Coca-Cola e Michael Jordan. Ma questo mi ha anche permesso di poter studiare cinema a New York. Mio padre inizialmente era contrario all’idea che io studiassi cinema. La mia famiglia sperava diventassi un medico. Oggi invece, la loro casa è tappezzata di qualsiasi cosa mi riguardi: dalle copertine dei magazine alle foto, dagli articoli alle recensioni…tutto! È davvero imbarazzante! (ride)”, così M. Night Shyamalan spiega il suo approdo alla Settima Arte.

Parlando del suo nuovo film, SPLIT, invece dichiara: “è un tema che mi ha sempre affascinato quello delle molteplici identità in un solo uomo. È fantastico pensare ciò che la mente umana può essere capace di fare. Tante diverse identità, più persone in un solo corpo è un’idea che mi porto avanti da tempo: potrei dire che SPLIT è il prosieguo di un’idea riportata in UNBREAKABLE. Ma per realizzare questo progetto era necessario trovare un interprete altrettanto eccezionale e all’altezza. Mentre ero al Comic Con per promuovere THE VISIT ho incontrato James McAvoy e, parlando con lui, mi sono subito accorto che era l’interprete ideale per il mio progetto. Sono un suo fan da sempre! Abbiamo lavorato molto sulle diverse personalità. Le riprese avvenivano sulla base di un ordine ben preciso: abbiamo lavorato su ogni singola identità in maniera separata. Tranne quando il copione non richiedeva magari la commistione di più personalità in una singola scena. È stato un lavoro molto duro e McAvoy credo abbia dato vita a una prova attoriale unica”.

Shyamalan approfitta per scambiare quattro chiacchiere anche con i numerosi studenti di cinema presenti in aula, ai quali suggerisce: “da autore, ciò che mi sento di dirvi è di dare una vostra impronta ai lavori che fate. È il solo modo per emergere e per far valere le proprie doti. È giusto avere dei modelli di riferimento, ma devono rimanere tali. Le copie non funzionano”.

L’evento – che rientra nel programma di CityFest, il contenitore di attività culturali della Fondazione Cinema per Roma presieduta da Piera Detassis – è stato curato da Mario Sesti in collaborazione con Universal Pictures International Italy.