“Pensiamo sempre che abbiamo tanto tempo, ma in realtà la vita è breve, quindi tanto vale provare a essere felici”. A parlare è il regista Francesco Apolloni al suo penultimo giorno di riprese del film dal titolo Addio al Nubilato. Una commedia tutta al femminile, prodotta da Santo Versace e Gianluca Curti per Minerva Pictures con Rai Cinema, in collaborazione con Amazon Prime Video, che vede protagoniste quattro amiche alla vigilia di un matrimonio interpretate da Laura Chiatti, Chiara Francini, Antonia Liskova e Jun Ichikawa.

[video width="1280" height="720" mp4="https://www.cinematografo.it/wp-content/uploads/2020/11/Addio_Al_Nubilato_Set.mp4"][/video]

“Questo rito è un pretesto per raccontare l’amicizia femminile. L’addio al nubilato non è mai stato trattato come tema centrale in un film italiano, a differenza della cinematografia anglosassone che invece sull’argomento ha fatto diversi film di successo. Ci sono ovviamente l’albergo di lusso, il parco giochi e lo strip tease, ma tutti questi clichés sono poi ribaltati nel corso del film”, spiega il regista. E Chiara Francini precisa: “E’ un film sull’amicizia, che è il sentimento più nobile che ci sia, specialmente quella femminile che è piena di colori come l’arcobaleno. Qui sono la mamma di un’adolescente, una donna divorziata e un po’ frustrata, ma piena di ironia. Nella vita non sono madre, ma se mi nascesse una figlia femmina le direi: per avere diciotto devi correre fino a venticinque. La strada delle donne è in salita. Devono faticare di più per ottenere le stesse cose degli uomini”. Anche Laura Chiatti, qui nel ruolo di una ragazza “artistoide” che fa la fotografa, sottolinea la forza delle donne: “Con la maternità dormivo pochissimo, ma mi sentivo di avere dei super poteri”.

E’ stato difficile per un uomo raccontare l’universo femminile? “Sono figlio di una ragazza madre, comunista, femminista e sindacalista- risponde Apolloni-. Sono nato quando lei aveva diciassette anni e non ho mai conosciuto mio padre. Di conseguenza sono cresciuto con lei e mia nonna a Magliana, nella periferia di Roma. Ho imparato tutto dalle donne: per me sono migliori di noi e sono più coraggiose. Sono loro che mi hanno accolto e mi hanno cresciuto. Non ho avuto figure maschili di riferimento. Le donne sono la mia passione e una grande fonte d’ispirazione per me. Sono migliorato grazie a loro”.

Girato in cinque settimane, prevalentemente tra l’Hotel Regis a Piazza della Repubblica e Cinecittà World, questo film racconta una serata nel corso della quale le quattro amiche quarantenni si diranno ciò che non si sono mai dette. “Ognuno di noi ha dei segreti e questi segreti nel corso della notte passata insieme verranno a galla- dice il regista-. Ognuna di loro ha una ferita originaria con la figura maschile: chi un aborto, chi un abuso, chi un abbandono. E in quella famosa nottata uscirà fuori tutto questo”.

E Antonia Liskova: “Ognuna ha dei sogni e dei desideri che avrebbe voluto realizzare. Tutte queste donne faranno un percorso a ritroso scoprendo anche le proprie paure”. Infine Jun Ichikawa, che qui interpreta una ragazza giapponese che ha un maialino con sé, dice: “Mi sento una privilegiata per aver fatto questo film in un momento nel quale è davvero difficile lavorare”.

A tal proposito come è stato girare in piena pandemia? “Sul set è stato complicato siamo molto controllati, una volta a settimana facciamo il tampone, un giorno sì e uno no facciamo il pungidito per il sangue. Siamo tutti anche un po’ preoccupati perché poi noi attori recitiamo senza le mascherine. In parte è tosta perché ci sono più nervosismi e le persone sono anche più irascibili”, dice Antonia Liskova.

E Apolloni conclude: “Girare in questo momento è un miracolo. Non è semplice. Siamo testati ogni giorno. Siamo dei miracolati”.