“Il mio ruolo, Vincenzo, è quello di un padre che vuole essere differente da come è stato fino a quel momento. Il mestiere del genitore è difficile, è un’avventura da vivere con caparbietà e entusiasmo. L’educazione è un compito da dividere con tutti. Vincenzo vorrebbe educare ma finisce per essere educato a sua volta.” Così esordisce Diego Abatantuono alla presentazione di Belli di papà, la nuova commedia prodotta da Colorado Film e Medusa e diretta da Guido Chiesa. Vi si raccontano i tentativi di un padre, Vincenzo appunto rimasto vedovo, per riconquistare l’affetto di tre figli tra i 20 e i 25 anni. Proprio Chiesa, alla domanda sui motivi che lo hanno indotto a passare da titoli di forte impegno quali Il partigiano Johnny e Lavorare con lentezza al film di oggi, chiarisce: “La Colorado, con cui collaboravo, mi ha chiesto se ero disponibile ad impegnarmi su storie di taglio più commerciale, pensate per un pubblico vasto. Tra i soggetti proposti, questo era quello in cui di più mi sono riconosciuto. Devo aggiungere che non ho mai avuto avversione per la commedia. Il punto centrale che mi ha convinto è stato il conflitto generazionale padre/figlio”.

“La  nostra commedia – incalza Abatantuono - è giustamente legata a nomi quali Scola, Monicelli, Sordi e altri.  C’è la voglia di lavorare per mantenere quei livelli, e avere a disposizione una certa duttilità di soggetti e realizzatori può essere un vantaggio”.

Chiesa ci tiene a precisare il lavoro svolto rispetto al film messicano cui il soggetto si ispira: “L’originale ha un taglio tipico da soap opera, con inquadrature quasi sempre in primo piano. Una modifica importante è lo spostamento dell’azione principale al Sud. L’intento era quello di fare un film che non prendesse in modo deciso le parti del padre. Con Diego abbiamo costruito un ruolo problematico, a tutto tondo, mirato a far capire che i giovani sono in grado di cavarsela nelle difficoltà”. Chiesa aggiunge: “E’ importante che alla fine il padre chieda scusa ai figli. Ritengo personalmente insopportabile il moralismo di gran parte della attuale classe politica e intellettuale verso i giovani”.

Francesco Facchinetti, per la prima volta su grande schermo nel ruolo di Loris, promesso sposo di Chiara, dice che è stata una grande esperienza, e che il cinema “conserva ancora un grande spazio per la parola e la poesia. Si condivide il lavoro con attenzione mentre la TV è ad esempio piena di mestieranti”.  Della situazione dei giovani parlano gli attori nei ruoli dei tre figli di Vincenzo: Matilde Gioli (Chiara), Andrea Pisani (Matteo), Francesco Di Raimondo (Andrea). Presenti anche Antonio Catania (“Il Rivera del cinema italiano”, lo definisce Abatantuono), Marco Zingaro (Rocco) e Barbara Tabita (Anna), la fiamma giovanile di Vincenzo.

La Medusa porterà Belli di papà in sala il 29 ottobre in 400 copie.