“Ho declinato varie coatte romane che fanno parte del mio repertorio: da Jessica di Viaggi di nozze all’Enza Sessa di Grande, grosso e Verdone. Questa volta però non c’è solo il lato comico del personaggio, ma c’è anche quello più drammatico e malinconico”.

A parlare è Claudia Gerini che in Mancino naturale veste i panni di Isabella, una madre super (e fin troppo) determinata a dare a suo figlio dodicenne, Paolo (Alessio Perinelli, al suo esordio), una chance nello spietato mondo del calcio professionistico.

Mancino naturale

Presentato in concorso ad Alice nella Città nel 2021 nella sezione Panorama Italia e diretto da Salvatore Allocca, al suo terzo lungometraggio (dopo Come trovare nel modo giusto l’uomo sbagliato Taranta on the Road), questo film racconta una sorta di nuova Maddalena Cecconi (la mitica interpretazione di Anna Magnani), solo che in Bellissima (1951) di Luchino Visconti lei aspirava a fare entrare la figlia nel mondo dello spettacolo, qui invece al centro c’è lo sport.

Al posto di Walter Chiari (l’Annovazzi che nel film di Visconti era l’aiutante del regista) qui troviamo Massimo Ranieri, nei panni di un ambiguo e senza scrupoli talent scout del mondo del calcio. Nel cast anche Francesco Colella, Alessio Perinelli (ovvero Paolo Rossi: omaggio al grande calciatore, scomparso nel 2020, che avrebbe dovuto partecipare con un breve cameo nel film) e Katia Ricciarelli.

Massimo Ranieri in una scena del film

“Questo film si basa su alcune storie di cronaca che sentiamo tutti i giorni- dice il regista-. Ho voluto raccontare il rapporto tra una madre e un figlio nel mondo del calcio. È una storia intima e di riscatto, che può essere accostata a tanti altri contesti come il mondo dello spettacolo o del lavoro. Sicuramente, il film Bellissima è stato un riferimento importante: era universale all’epoca e oggi lo è ancora di più.  Gli attori sono stati fondamentali. Sono l’orchestra del film: la Gerini la volevo a tutti i costi perché è un’icona del cinema, Colella l’ho scelto perché ha fatto un provino straordinario e il ragazzo Alessio Perinelli mi ha colpito perché è spontaneo e malinconico”.

“Ho cercato di dare autenticità e verità al mio personaggio. Isabella è un po’ una tigre. Una mamma disperata, egoista, vedova, sola, che vive con suo figlio nelle case popolari di Latina. Una donna prepotente e fragile allo stesso tempo. Questo film è poetico”, dice Claudia Gerini. E sul ruolo delle mamme nell’indirizzare le vite dei propri figli: “Un conto è aiutare e un altro è essere aggressive nel condurli al successo. In generale è sbagliato imporsi, premere e spingere verso qualcosa. Spesso i genitori lo fanno per il proprio riscatto personale. Penso che bisogna semplicemente accompagnare i propri figli verso il futuro e dargli la libertà di scegliere e di esprimersi”.

E Francesco Colella, qui nei panni del vicino di casa di Isabella, dice: “Il mio personaggio è uno sceneggiatore. Un uomo che non è realizzato nel lavoro. Non è però frustrato. E proprio in questo consiste la sua luminosità. Da sceneggiatore piano piano ha cominciato a disinteressarsi alle proprie storie e ad appassionarsi a quelle degli altri”. E la Gerini aggiunge: “Lui è un uomo calmo, genuino e un po’ ingenuo, totalmente in contrasto con questa donna disillusa che cerca di sfruttarlo in ogni modo”.

Francesco Colella e Alessio Perinelli

Il film uscirà nelle sale il 31 marzo distribuito con circa 70 copie da Adler Entertainment. “Negli ultimi due anni ci siamo abituati a vedere i film dal divano di casa, ma il cinema lo facciamo per le sale cinematografiche. Vedo i teatri pieni. C’è tanta gente che ora ha voglia di uscire. È anche vero che una parte di pubblico si è impigrita e preferisce vedere i film a casa anche per via dell’enorme offerta delle piattaforme. Certamente il momento non è facile per il cinema. Il pubblico si è mosso per pochi film, come Diabolik. Il nostro è un atto d’amore per le sale”, conclude Claudia Gerini, che tra poco presenterà, in anteprima al Bif&st, il suo primo film da regista: Tapirulàn.