"Non una generazione, piuttosto una fascia di adolescenti: non a caso, si doveva intitolare Avere 16 anni, un'età in bilico tra l'innocenza dei ragazzi e la corruzione degli adulti". Così il 32enne regista Marco Costa presenta Piazza Giochi, prodotto e distribuito dall'Ellemme Group di Massimo Ferrero dal 9 aprile in 50 copie.
Nel cast, Luca Ward, Susanna Smit, Cecilia Albertini, Laura Adriani, Lorenzo De Angelis e Andrea Montovoli, una commedia digitale (Redcam), lowbudget (1,5 milioni di euro, compresa la distribuzione) e giovanilistica, che parte dal coma di Valentina Tirone, un'ostetrica hippie: Cassandra (Albertini), la figlia sedicenne, è costretta a ricongiungersi con Luciano Coscarello (Ward), il padre naturale e facoltoso palazzinaro romano. Cassandra si farà strada nella gioventù viziata e casinista che si ritrova a Piazza dei Giochi Delfici a Roma Nord, finendo per scontrarsi con sua sorella (Adriani) e per fare triangolo amoroso con Nico (Montovoli) e Romano (De Angelis)...
"E' un bene che il cinema continui a raccontare i giovani, perché almeno in Italia non sappiamo preparare le autostrade giuste per farli viaggiare. E comunque non sono d'accordo con l'immagine dei giovani che ha restituito Albakiara: non sono tutti presi dallo sballo, e questo film lo dimostra. Al centro, c'è la famiglia, e il mio contributo è stato più da genitore che da attore", dice Luca Ward, mentre De Angelis, Albertini e Adriani sono concordi nel sottolineare l'affiatamento sul set e la verosimiglianza dei loro personaggi.
Viceversa, il regista respinge "i pregiudizi che accompagnano i film giovanilistici, come fossero serie B. Tra Moccia e Brizzi, preferisco il Muccino di Come te nessuno mai, comunque i miei riferimenti sono Juno, Thirteen o serie-tv quali Skins e O.C.".
Da ultimo, sullo sguardo decisamente benevolo gettato da Costa sull'ennesimo "furbetto del quartierino" interpretato da Ward, il regista dice di "non aver voluto calcare la mano, siamo in una commedia, leggera ma non superficiale", mentre Ward scherza: "Con lui, avremmo dovuto sbattere in galera mezza Italia...".