Alfio Contini è morto ieri a Roma, all'età di 92 anni. Nato a Castiglioncello (Livorno) nel 1927, è stato uno dei più importanti e prolifici direttori della fotografia del cinema italiano.

Dopo una lunga gavetta come operatore (anche sul set de La dolce vita), esordisce come dop nel 1960. Un anno dopo partecipa a uno dei capolavori del nostro cinema, Il sorpasso, la prima delle sette collaborazioni con Dino Risi. Seguiranno La marcia su RomaI mostri, Il giovedì, Il gaucho, La moglie del prete, Sessomatto.

 

Negli anni Sessanta Contini partecipa ai film più disparati: citiamo almeno Colpo gobbo all'italiana di Lucio Fulci, Il terrorista di Gianfranco De Bosio, Slalom di Luciano Salce, Yankee di Tinto Brass, La matriarca di Pasquale Festa Campanile, I girasoli di Vittorio De Sica.

Nel 1968 la prima delle tre collaborazioni con Liliana Cavani, in Galileo. Il sodalizio tra i due si rinnova nel miglior film della regista, Il portiere di notte, e nell'ultimo per il grande schermo, Il gioco di Ripley.

Nel 1970 segue Michelangelo Antonioni negli Stati Uniti sul set di Zabriskie Point. I due tornano a lavorare insieme nel 1995 per il ritorno del maestro ferrarese al cinema: grazie a Al di là delle nuvole, Contini vince l'unico David di Donatello della sua carriera. Era stato già candidato nel 1985 per Uno scandalo perbene, epilogo della carriera di Festa Campanile, regista con cui ha collaborato ben nove volte.

Zabriskie Point

Alfio Contini è autore della fotografia di tre film diretti da Adriano Celentano: Yuppi du, Geppo il folle e Joan Lui. Tra i suoi film anche Le troiane di Michael Cacoyannis, Cattivi pensieri di Ugo Tognazzi, Un dramma borghese di Florestano Vancini. Non rare le incursioni nel cinema popolare, fino al trash di Mutande pazze, opera prima di Roberto D'Agostino.