"E' un film nel quale ho creduto molto ed è stato profondamente appassionante farlo". E' entusiasta Stefano Accorsi mentre parla di Provincia meccanica, l'opera prima di Stefano Mordini che il 12 febbraio, un giorno dopo l'uscita nelle sale italiane, passerà in concorso alla 55ª edizione del festival di Berlino. "Quando mi hanno detto che il film era stato selezionato per la Berlinale ho provato una gioia incontenibile" dice l'attore, che torna al festival per la seconda volta a quattro anni dal successo de Le fate ignoranti. Prodotto dalla Medusa e sceneggiato dallo stesso regista con Silvia Barbiera, Provincia meccanica è interpretato anche da Valentina Cervi e Ivan Franek. La storia - "né vera né falsa" come precisa Mordini - è quella di una famiglia fuori dall'ordinario: Marco (Accorsi) e Silvia (Cervi), una giovane coppia con due figli, un cane e un'iguana, vivono per scelta come derelitti, sommersi dalla sporcizia e contravvenendo a tutte le più elementari regole del buon vivere. "Marco è un personaggio felice - spiega Accorsi - perché sa ascoltarsi e si accetta per quello che è, senza cercare di somigliare ai modelli imposti dalla società o dalla televisione. E' un uomo semplice che ha trovato il suo equilibro nell'amore per la sua famiglia e da essa trae tutta la sua forza e la sua sicurezza". Sono questi gli aspetti che "mi hanno attratto verso questo personaggio" confessa ancora il divo italiano. Per un personaggio pubblico, che si trova suo malgrado ad essere condizionato dal mondo esterno, "quest'idea di libertà e indolenza verso le cose materiali" era qualcosa di estremamente allettante. "Come Marco - continua Accorsi - neanche io non sono un tipo che fa di tutto per smuovere le montagne e spesso preferisco lasciarmi trasportare dagli eventi". Famiglie come quelle descritte in Provincia meccanica esistono anche nella realtà, assicura Mordini, che alle spalle ha un lungo passato da documentarista. Il film "mette insieme i pezzi di tante storie" spiega il regista, che punta la sua lente d'ingrandimento "su questo tipo di famiglia senza dare giudizi a priori. E' proprio quando il mondo esterno irrompe nella vita della coppia che Silvia e Marco entrano in crisi". Prima la madre della giovane che ottiene l'affidamento della nipotina, poi l'arrivo di un bambino frutto di una notte d'amore della protagonista con un marinaio (Franek) amico del marito. Sullo sfondo la provincia emiliana, operaia ma sempre più individualista, alla quale Accorsi sente ancora di appartenere. "A Roma mi considero ancora uno straniero" confessa, anche se ormai passa sempre più tempo in Francia, dove vive la sua compagna Laetitia Casta e dove, terminate le riprese di Romanzo criminale, lo attendono alcuni progetti di lavoro: "Fare un'altro film con Laetitia mi piacerebbe, ma non vogliamo che la nostra relazione diventi un business".