Cattivi si nasce o si diventa? A porsi questa domanda è il regista Michael Zampino con la sua opera seconda (dopo L'eredeGovernance - Il prezzo del potere, coproduzione italo-francese in streaming su Amazon Prime dal 12 aprile.

Protagonisti assoluti sono Massimo Popolizio, qui nel ruolo di un manager assetato di potere e senza scrupoli, e Vinicio Marchioni, nei panni di un meccanico dal cuore buono ben presto trascinato in un bel guaio.

Accusato di corruzione, dopo un'inchiesta, il manager Renzo (Popolizio) si convince che a smascherarlo sia stata una sua giovane collega (Sarah Denys), che ora ricopre il suo vecchio incarico. Accecato dalla rabbia decide di vendicarsi mettendo in scena un incidente stradale in cui la donna muore intrappolate tra le lamiere della sua auto. Suo malgrado il meccanico Michele (Marchioni) si troverà coinvolto in questo tragico evento.

Il film è ambientato nel mondo dell'energia, un ambito che il regista conosce bene: che ricordi ha di quell'ambiente? "Sono passati molti anni da quando ho lavorato nell'industria petrolifera- risponde-. Oggi si ragiona molto di più sulla sostenibilità, cosa che prima non si faceva. La BP (British Petroleum) è stata la prima a orientare la comunicazione verso il rispetto dell'ambiente e della natura. Siamo nell'epoca del politicamente corretto. E' diventata una necessità industriale per questi grandi gruppi, che sono associati ai drammi dell'inquinamento, presentarsi come baluardi della protezione ambientale. Il personaggio di Renzo è un collage di persone che ho incontrato nel corso di questa mia esperienza. Rappresenta la vecchia guardia: un top manager cresciuto in un momento in cui le tematiche ambientali non esistevano, un uomo che si ritrova nel 2020 in un contesto societario che non è più il suo. E' un orco primordiale e primitivo".

Nella logica del potere Renzo e Michele sono due personaggi opposti. "Renzo è uno che sbaglia obiettivo e pensa erroneamente che quella donna sia la causa dei suoi mali. Alla fine commette un reato perché non le dà soccorso. E' un personaggio che appartiene ai così detti biliosi, un uomo mosso dalla bile e dal furore. Un anaffettivo che non riesce dimostrare il proprio affetto se non attraverso i soldi. D'altronde il mondo non è fatto solo di buoni, ma è popolato di cattivi. Squalo ci si diventa. Probabilmente ci si nasce pure, ma nel caso di Renzo ci si diventa", dice Popolizio. 

E Marchioni, a proposito del suo personaggio, racconta: "Michele è una formichina che inizia dallo strato più basso. Renzo per lui è un punto di riferimento, è la persona che lo può aiutare a trovare una posizione migliore. Nel film è molto interessante che a un certo punto c'è quasi uno scambio di personalità e Renzo travasa i suoi insegnamenti, ovvero il cinismo e l'arrivismo, a Michele. Il suo obiettivo è quello di avere un autolavaggio e poi, quando lo ottiene, pecca persino di hỳbris. L'essere umano è anche cattivo".

Anche qui, come ne L'erede, al centro della trama c'è il tema del potere. "Non avevo fatto caso a questa continuità tra i miei due film- dice il regista-. Il potere è fonte di dramma e ha un aspetto maledetto quando lo ricerchiamo ossessivamente. Suscita un'attrazione fatale, ma genera anche tanta solitudine. E' il carburante per ogni regista che voglia raccontare una storia accattivante".

Altra coincidenza tra i due film è che molti dei personaggi (come Alessandro Roja nel precedente e qui invece Marchioni e Popolizio) vengono da Romanzo Criminale? "E' un caso. Non è una fissazione per Romanzo Criminale, ma penso che abbia messo alla luce una nuova generazione di attori straordinari".

Sulla scelta del finale, Zampino conclude: "La fine è sospesa. Non è né buona, né negativa. Non sappiamo che cosà accadrà".

Nel cast anche Claudio Spadaro, nel ruolo dell'amministratore delegato della società.