Novant'anni con gli amici di sempre. A festeggiarli è stata Suso Cecchi D'Amico, intervenuta con Mario Monicelli e Francesco Rosi all'incontro per lei organizzato alla Sala Trevi di Roma. Un omaggio, quello dedicatole dal Centro Sperimentale di Cinematografia, che ha riportato la storica sceneggiatrice ai tempi di L'onorevole Angelina, La signora senza camelie, Salvatore Giuliano. Quelli, racconta, in cui i film nascevano chiacchierando, ascoltando le leggende del popolo, parlando del più e del meno. Uno scambio che ogni giorno raccoglieva a casa sua, fra tè e pasticcini, firme del calibro di Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Age e Scarpelli. Il segreto, lo svela Monicelli, era l'entusiasmo: "Ci alzavamo ogni giorno più contenti per quello che avremmo fatto. Lavoravamo senza neanche accorgercene". Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Una carrellata di film, in buona parte riproposti in cartellone alla Sala Trevi, come Bellissima, I vinti, I soliti ignoti e Ladri di biciclette. Già allora Suso Cecchi D'Amico era un'icona, un modello per chi aspirava al cinema. "La prima volta - racconta Rosi - la incontrai a Roma, durante le riprese di un film di Giorgio Simonelli. Quando la vidi lì con Vittorio De Sica, Sergio Amidei e Cesare Zavattini mi sembrava di aver raggiunto l'Olimpo". Unica donna in un mondo al maschile: un destino che l'avrebbe accompagnata a lungo, ma di cui avrebbe preso coscienza solo molti anni dopo: "A farmelo notare è stato un giornalista - dice -. Fino ad allora non ci avevo fatto caso, mi sembrava assolutamente normale". Sessismo sul set, quindi? "Macché. Il fatto è che al cinema le donne non pensavano neanche". E quando, invece, come lei ci provavano? "Soprattutto con Visconti - ammette -, all'inizio ho incontrato molte difficoltà. Il suo rigore e il suo formalismo mi mettevano in soggezione". Poi un'intesa quasi perfetta, passata per ben dodici film tra cui Bellissima, Rocco e i suoi fratelli e Il Gattopardo. L'omaggio a Suso Cecchi D'Amico si concluderà venerdì 15 ottobre con la proiezione Infanzia, vocazione, prime esperienze di Giacomo Casanova, veneziano di Luigi Comencini (1969), L'onorevole Angelina (1947) di Luigi Zampa e il film premio Oscar nel 1950 diretto da Vittorio De Sica, Ladri di biciclette.