Zappatore

ITALIA 1980
Il contadino Francesco Esposito e sua moglie Maddalena sono orgogliosi del loro unico figlio Mario, per il quale hanno fatto, affinché diventasse avvocato, ogni genere di sacrificio. Per pagare i suoi studi hanno ipotecato la loro terra, indebitandosi con lo strozzino ragionier D'Inzillo che ora reclama il pagamento delle cambiali. Mentre Francesco riesce ad ottenere da questi una proroga, Mario si trasferisce a Napoli dove conosce e si innamora dell'italo-americana Nancy Bocker, figlia di un capitano d'industria. Alla vigilia delle nozze, Mario svela alla ragazza le sue vere origini e questa gli impone di trasferirsi in America con lei, dove diventerà consulente legale della 'Bocker'. Scritta una lettera al padre, in cui gli chiede perdono per averlo rinnegato, Mario accetta e parte.
SCHEDA FILM

Regia: Alfonso Brescia

Attori: Mario Merola - Francesco Esposito, Regina Bianchi - Maddalena, la moglie di Francesco, Gerardo Amato - Mario, il figlio di Francesco e Maddalena, Mara Venier - Nancy Bocker, Matilde Ciccia, Rick Battaglia, Lucio Montanaro, Aldo Giuffré, Biagio Pelligra

Soggetto: Alfonso Brescia, Piero Regnoli, Libero Bovio - autore della canzone, Guido Albano - autore della canzone

Sceneggiatura: Piero Regnoli, Alfonso Brescia

Fotografia: Silvio Fraschetti

Musiche: Eduardo Alfieri

Montaggio: Walter Diotallevi

Scenografia: Francesco Calabrese

Arredamento: Valeria Valenza

Costumi: Valeria Valenza

Altri titoli:

Rinnego mio figlio

Durata: 98

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: ispirato alla canzone omonima di Libero Bovio e Guido Albano

Produzione: COMPAGNIA PRODUTTORI CINEMATOGRAFICI, PANDA CINEMATOGRAFICA

Distribuzione: INDIPENDENTI REGIONALI (1981) - GENERAL VIDEO, AVO FILM

NOTE
- IL FILM ERA STATO ANNUNCIATO CON IL TITOLO "RINNEGO MIO FIGLIO".
CRITICA
"Girato da Alfonso Brescia con uno stile che ricorda più quello dei suoi western degli anni '60 piuttosto che quello dei melodrammi di derivazione 'matarazziana', 'Zappatore' è un film che non riesce quasi mai a coinvolgere lo spettatore. Solo a tratti Merola e Bianchi sanno imporre, pur su registri diversi, una credibilità ai propri personaggi. Per il resto la materia narrativa si trascina in modo stanco e sfilacciato, senza guizzi e fondamentalmente banalizzante sia nelle sequenze sentimentali sia nei siparietti comici costruiti da due braccianti dello zappatore." (A.V., 'Il Secolo XIX', 27 dicembre 1980).

Trasposizione cinematografica di un tipico esempio di sceneggiata, e cavallo di battaglia di Mario Merola, il film, come vuole la formula di questo spettacolo, è un impasto di dramma, di comicità, di buoni sentimenti, di canzoni. Diretto e interpretato con maestria, gli si possono perdonare, date le peculiari caratteristiche del genere, sia i suoi anacronismi sia alcune involontarie cadute nel grottesco." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 92, 1982)