Uomini senza legge

Hors-La Loi

2/5
La lotta di liberazione algerina secondo Rachid Bouchareb? Tre fratelli e una televisione camuffata da cinema...

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FRANCIA 2010
Dopo essere stati cacciati insieme alla madre dall'Algeria, tre fratelli si sono separati e ognuno di loro ha preso strade diverse: Messaoud è andato a combattere in Indocina, Abdelkader si è messo a capo del movimento per l'indipendenza algerina e Saïd ha fatto fortuna con la box a Pigalle. Tutti si ritroveranno in una bidonville francese dove il destino di ognuno di loro si compirà inesorabilmente unito alla lotta per la libertà.
SCHEDA FILM

Regia: Rachid Bouchareb

Attori: Jamel Debbouze - Saïd, Roschdy Zem - Messaoud, Sami Bouajila - Abdelkader, Bernard Blancan - Colonnello Faivre, Chafia Boudraa - La madre, Sabrina Seyvecou - Hélène, Assaad Bouab - Ali, Thibault de Montalembert - Morvan, Samir Guesmi - Otmani, Jean-Pierre Lorit - Picot, Ahmed Benaïssa - Il padre, Larbi Zekkal - Il capo, Louiza Nehar - Zohra, Mourad Khen - Sanjak, Mohamed Djouhri - Trainer, Mustapha Bendou - Brahim, Abdelkader Secteur - Hamid

Sceneggiatura: Rachid Bouchareb, Olivier Lorelle

Fotografia: Christophe Beaucarne

Musiche: Armand Amar

Montaggio: Yannick Kergoat

Scenografia: Yan Arlaud, Taïeb Jallouli

Costumi: Edith Vesperini, Stephan Rollot

Effetti: Les Versaillais

Altri titoli:

Hors la loi

Outside the Law

Outlaws

Durata: 121

Colore: C

Genere: DRAMMATICO STORICO

Specifiche tecniche: (1:2.35)

Produzione: TESSALIT PRODUCTIONS, TADRART FILMS, TASSILI, STUDIOCANAL, FRANCE 2, FRANCE 3, NOVAK PRODUCTIONS

Distribuzione: EAGLE PICTURES (2011)

Data uscita: 2011-05-11

TRAILER
NOTE
- IN CONCORSO AL 63. FESTIVAL DI CANNES (2010).

- CANDIDATO ALL'OSCAR 2011 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
CRITICA
"Dopo quasi mezzo secolo dall'indipendenza dell'Algeria, molte piaghe di quel periodo insanguinato sono ancora aperte, da ambo le parti. Le violenze degli occupanti francesi nell'ex colonia (immortalata da Gillo Pontecorvo ne 'La battaglia di Algeri') e quelle dei resistenti algerini dell'FNL in Francia, si sono alimentate via via in un groviglio di morte e sofferenza. Nel film, tutto questo viene raccontato attraverso la saga familiare di tre fratelli e la loro vecchia madre, che dopo esser stati espropriati di tutto in Algeria emigrano in Francia, in una baraccopoli di Nanterre. Dove si campa alla catena di montaggio della Renault, o facendo i macrò, o organizzando incontri di boxe. Temi che ricordano in parte 'Rocco e i suoi fratelli'. In 'Hors la loi' i fantastici tre sono Jamel Debbouze, Roschdy Zem e Sami Bouajila, gli stessi che nel 2006 qui vinsero come miglior attori di 'Indigènes', sempre di Bouchareb. Nel film la storia inizia il giorno del massacro di Sétif, l'8 maggio del 1945. (...) Bouchareb la racconta in una sequenza che in origine doveva durare 30 minuti. Ridotti nella proiezione di Cannes a solo sei, proprio per cercare di 'alleggerire' un impatto visivo troppo perturbante." (Giuseppina Manin, 'Corriere della Sera', 22 maggio 2010)

"A quattro anni da 'Days of Glory', confeziona 'Fuorilegge' ennesimo capitolo contiguo a una vicenda che in Francia ha il valore di un dogma che più che dividere, dilania. Fascisti e comunisti, l'Oas e il Trattato di Evian, il ritorno di un milione di reietti nel 1962, la giravolta di De Gaulle e il difficile reinserimento in patria, con le atrocità alle spalle, il futuro simile a un'incognita e il disprezzo, tatuato, di un pezzo di paese. L'Algeria è il Vietnam francese. Ma Bouchareb non somiglia a Pontecorvo, Kubrick o Haneke, l'ideologia lo confonde, senza fargli trovare grazia per un racconto alla Techinè (che nel magnifico 'L'età acerba', fece dell'Algeria la sintesi allegorica, così vicina e così lontana, dei sentimenti in ballo nel cuore del Paese). Nei tre fratelli protagonisti, Bouchareb altro non vede che una violenza mai velata dall'ironia. Richiama Audiard e Scorsese, senza trovare le coordinate o intuire l'istante utile per non prendersi troppo sul serio. Non evade dal cliché. Costruisce una cronistoria del FLN didascalica e ingenua. Che parte dalle parole della madre dei protagonisti (ma è la nazione occupata che chiama): 'Sii un uomo. Combatti' e si conclude in un'orgia di spari. Come altri film impropriamente collocati da Frémaux in concorso, l'impegno non va al di là di una fiction senza profondità." (Malcolm Pagani e Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 22 maggio 2010)

"Seguendo le tracce dei tre fratelli, Messaoud, Abdelkader e Said, Bouchareb ricostruisce gli eventi che portarono all'indipendenza, dalla Resistenza alla nascita del Fronte nazionale, dalle contrapposizioni interne al movimento alla violenza dei servizi segreti francesi. Sullo sfondo le dinamiche familiari, gli avvertimenti della matriarca che tutto sa e tutto prevede, il matrimonio di Messaoud con la brava ragazza scelta dalla mamma, le intemperanze di Said che fa fortuna con i locali di spogliarelli a Pigalle e poi con la boxe, i tormenti di Abdelkader che, troppo preso dall'urgenza rivoluzionaria, a lungo trascura gli sguardi languidi di una graziosa compagna di lotta. L'andamento è da fiction tv e, nell'infinita galleria di gangster-story cinematografiche, 'Hors la loi' certo non primeggia. Resta, importante, la volontà dell'autore, e la possibilità che un riconoscimento (quattro anni fa il Festival aveva premiato l'intero cast dell'altro film di Bouchareb 'Indigènes', meno contrastato perché parlava dei soldati algerini che avevano combattuto eroicamente per la Francia durante la guerra) acquisti il senso della provocazione politica." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 22 maggio 2010)

"A memoria richiama lo sguardo epico. Almeno secondo i canoni estetici del cinema di Rachid Bouchareb che dopo 'Giorni di gloria' ('Indigenes' 2006, pluripremiato) torna a riflettere sulle controversie ancora non sopite tra Algeria e la Francia, di cui il Paese maghrebino è stato colonia per 132 anni, liberandosi nel 1962. Non a caso 'Uomini senza legge' inizia laddove finiva 'Giorni di gloria'. (...) L'ispirazione melvilliana de 'L'armata degli eroi' è esplicitata dal regista: la guerra e i suoi massacri sono palpabili ed esplodono in una rabbia che riflette quella di chi sta dietro l'obiettivo." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 12 maggio 2011)

"Nel '66 i francesi presero male il Leone d'oro a 'La battaglia di Algeri' e ne vietarono l'uscita. Nel 2010 'Uomini senza legge', che rievoca sotto forma di romanzo familiare le fasi salienti della guerra d'indipendenza algerina, è finito in concorso a Cannes e nella cinquina dell'Oscar. Il tempo passa, le cose cambiano, e meno male, anche se il capolavoro di Pontecorvo è molto più incisivo della pellicola di Bouchareb. (...) E tuttavia il film ha l'andamento di un feuilleton." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 13 maggio 2011)

"Tre fratelli crescono in Algeria, anzi, a dispetto di essa. (...) Teso mélo storico, girato con sapienza e sano pessimismo." (Cinzia Romani, 'Il Giornale', 13 maggio 2011)