Turistas

Al Brasile con orrore: strizzando due occhi a Hostel, John Stockwell dirige tra bolso esotismo e ottime scene subacquee

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USA 2006
Durante una vacanza in Brasile, un gruppo di giovani turisti composto da tre americani, due inglesi e un'australiana, rimane bloccato in una località sconosciuta dopo che l'autobus su cui viaggiava viene distrutto in un pericoloso incidente stradale. I ragazzi devono attendere alcuni giorni prima dell'arrivo di un nuovo mezzo di trasporto, così decidono di accettare la proposta di Kiko, un ragazzo brasiliano conosciuto nel frattempo, che propone loro un alloggio presso suo zio Zamora. Dopo un lungo e straziante viaggio nella giungla, il gruppo giunge a destinazione ma al posto della prospettata ospitalità riceve un'accoglienza tutt'altro che amichevole...
SCHEDA FILM

Regia: John Stockwell

Attori: Josh Duhamel - Alex, Melissa George - Pru, Olivia Wilde - Bea, Desmond Askew - Finn, Beau Garrett - Amy, Max Brown - Liam, Agles Steib - Kiko, Miguel Lunardi - Zamora, Andrea Leal - Camila, Raul Guterres - Doido

Soggetto: Michael Ross

Sceneggiatura: Michael Ross

Fotografia: Enrique Chediak

Musiche: Paul Haslinger

Montaggio: Jeff McEvoy

Scenografia: Marlise Storchi

Costumi: Bia Salgado

Effetti: Custom Film Effects

Altri titoli:

Paradise Lost

Durata: 96

Colore: C

Genere: THRILLER DRAMMATICO

Produzione: STONE VILLAGE PRODUCTIONS, 2929 PRODUCTIONS, BOZ PRODUCTIONS

Distribuzione: EAGLE PICTURES (2007)

Data uscita: 2007-06-01

CRITICA
"C'è più spavento che orrore, c'è quell'eccesso di oscurità che consente al produttore di risparmiare
al massimo: gli interpreti non sono bravi e il film non è buono. Capita così a quasi tutti gli horror: colpa dei soldi. Uno dei generi cinematografici più intergenerazionali e amati va perdendo il proprio fascino per via dell'avidità di denaro. Il produttore che spende poco realizza un horror di successo, desidera continuare a spendere sempre meno e a guadagnare sempre di più Per un poco il meccanismo può funzionare: presto la bruttura tirchia dei film crea disgusto e abbandono. E' il caso di 'Turistas', prima coproduzione americano-brasiliana in cui neppure la grandiosità dei paesaggi riesce a immettere qualche emozione. E naturalmente i nativi e la improvvisata guida locale (certo Kiko, interpretato da Agles Steir) risultano vere carogne, bugiardi e ladri degni di dure punizioni: gli indigeni sono sempre spregevoli, si sa, nei film senza qualità." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 1 giugno 2007)

"Spiacerà a chi magari aveva già fatto la tara sulla mancanza di novità della storia, però si aspettava egualmente qualche brivido data la novità dell'ambientazione. Ma novità non c'è. Del resto Stockwell s'è sempre mostrato regista di terza fila, anche quando aveva a disposizione cast migliori di quello di 'Turistas'." (Giorgio Carbone, 'Libero', 1 giugno 2007)

"Momento d'oro per Ruggero Deodato. Un tempo massacrato dalla critica, processato nel nostro paese per 'Cannibal Holocaust' e ora tirato in ballo nelle polemiche (Tarantino nell'attacco ai cineasti italiani di oggi lo rimpiangeva tra le righe), venerato come un maestro (cammeo in 'Hostel 2') e stracitato dal nuovo filone di film con 'giovani turisti occidentali in difficoltà'. Anche 'The Blair Witch Project' aveva preso molto da 'Cannibal Holocaust'. 'Turistas' di John Stockwell è ovviamente un derivato di 'Hostel' di Eli Roth al quale aggiunge la giungla assassina di Deodato in versione patinata. (...) Una splendida sequenza sott'acqua è la prova che l'ex attore Stockwell è un regista che prende fuoco tra i flutti (suoi i marini 'Blue Crush' e 'Trappola in fondo al mare'). I nostalgici di Deodato apprezzeranno." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 1 giugno 2007)