Tra due mondi

FRANCIA 2001
Il capitano dell'esercito borbone Loyola è in procinto di lasciare la Sicilia per la Francia, quando gli viene affidata una delicata missione: scortare un prigioniero da Palermo a Messina. Il prigioniero è Grifone, l'uomo che anni prima aveva rapito la fidanzata di Loyola, Angelica, proprio il giorno del loro matrimonio. Per Loyola è l'occasione di vendicarsi, ma il difficile viaggio attraverso la Sicilia in rivolta, con Garibaldi che avanza e le truppe borboniche in ritirata, segnerà profondamente sia il capitano che il suo avversario...
SCHEDA FILM

Regia: Fabio Conversi

Attori: Stéphane Freiss - Loyola, Michele Placido - Uzeda, Lorenzo Crespi - Grifone, Bianca Guaccero - Angelica, Tony Sperandeo, Anna Maria Petrova

Soggetto: Fabio Conversi, Claver Salizzato, Vito Zagarrio

Sceneggiatura: Claver Salizzato, Fabio Conversi, Vito Zagarrio

Fotografia: Vincenzo Marano

Musiche: Pino Donaggio

Montaggio: Mirco Garrone

Scenografia: Antonello Geleng

Costumi: Sergio Ballo, Alessandro Lai

Effetti: Franco Ragusa, Claudio Quaglietti

Altri titoli:

C'era una volta in Sicilia

Entre deux mondes

Once Upon a Time in Sicily

Durata: 88

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: MORGAN FILM, LE STUDIO CANAL+, RAI CINEMAFICTION

Distribuzione: ESSE&BI CINEMATOGRAFICA (2003)

Data uscita: 2003-06-20

NOTE
- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DEL DIPARTIMENTO DELLO SPETTACOLO.
CRITICA
"Una trama da telenovela per un noiosissimo drammone con ambizioni storiche". (Enzo D'Antonio, 'Io Donna', 21 giugno 2003)

"Siamo nella cornice de 'Il Gattopardo', tant'è vero che la donna contesa è vestita e acconciata come Claudia Cardinale fino a chiamarsi anche lei Angelica. Pure le scene e i costumi si rifanno alle immagini famose di Visconti in una ricerca ambientale suggestiva e dignitosa. Ma è quasi tutto quello che si può dire di positivo riguardo a un film realizzato da Fabio Conversi, più noto come operatore, dove il tessuto drammaturgico non trova la sua misura e la recitazione (incluso Placido) è intonata al manierismo". (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 24 giugno 2003)