Totò contro il pirata nero

ITALIA 1964
Totò, nella sua attività di ladruncolo, è costretto, per sfuggire alle guardie, a nascondersi in un barile sulla banchina del porto. Il barile viene caricato su una nave pirata che prende il largo verso avventurose imprese. A bordo Totò viene scoperto e condannato a morte. Ma la sua fortuna lo salva dalla corda fatale e lo fa accogliere tra i pirati. Frattanto all'orizzonte appare una nave spagnola che accosta per attaccare la nave pirata. Totò, armato di una spada calamitata, si comporta come un vero condottiero sgominando avversari su avversari. Dopo la battaglia, viene nominato ufficiale e la nomina è acclamata a gran voce dall'equipaggio. Quindi i pirati, per impadronirsi di un tesoro, attaccano e occupano il castello del Governatore spagnolo. Totò aiuta però la figlia del Governatore sfidando le ire del Pirata Nero. Tra i due si accende una lotta che termina con la vittoria di Totò, grazie alla sua agilità ed alla sua astuzia. I rinforzi spagnoli catturano alla fine tutti i pirati.
SCHEDA FILM

Regia: Fernando Cerchio

Attori: Totò - Josè, Mario Petri - Il pirata nero, Mario Castellani - Il pirata con l'uncino, Grazia Maria Spina - Isabella, figlia del Governatore, Aldo Giuffré - Luogotenente Burrasca, Giacomo Furia - Don Carlos d'Aragona, Pietro Carloni - Il Governatore, Aldo Bufi Landi - Manolo, Franco Ressel - Lo sfregiato, Romano Giomini

Soggetto: Francesco Luzi, Nino Stresa

Sceneggiatura: Francesco Luzi, Nino Stresa

Fotografia: Alvaro Mancori

Musiche: Carlo Rustichelli

Montaggio: Antonietta Zita

Scenografia: Giancarlo Bartolini Salimbeni

Costumi: Giancarlo Bartolini Salimbeni

Durata: 97

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: TOTALSCOPE EASTMANCOLOR

Produzione: OTTAVIO POGGI PER LIBER FILM

Distribuzione: EURO INTERNATIONAL FILM - DOMOVIDEO

CRITICA
"Il filmetto ha un certo lustro di spettacolo che gli scusa la comicità un po' grossolana. Inesausta la vena la vena del popolare comico nel divertire [...] con giochi di parole e lazzi [...]". (Leo Pestelli, "La Stampa", 28/3/1964).