Toro scatenato

Raging Bull

USA 1980
Jake La Motta, proveniente dall'ambiente italo-americano e dalla miseria, è cosciente e orgoglioso della propria forza taurina. Infatti, con il nomignolo di "Toro del Bronx", nel 1941, inizia la sua carriera trionfale nella boxe. Ribelle a qualsiasi condizionamento, rifiuta le protezioni mafiose di Tommy Comoe e famiglia; praticamente gestisce se stesso con il solo aiuto del fratello Joey nelle vesti di manager. Nel frattempo, di carattere duro e primitivo, abbandona la moglie ebrea e sposa Vickie, una ragazza che, a causa della sua bellezza, lo renderà sempre più geloso e tirannico. Le sue vittorie lo portano di diritto ad essere il candidato per la corona mondiale dei pesi medi; ma la mancanza di una organizzazione potente gli sbarra la strada. Joey, a sua insaputa, ottiene la candidatura all'incontro mondiale, pagando lo scotto di un incontro precedente da truccare. Jake si trova costretto a seguire la strada impostata da Joey; perde volutamente un incontro che avrebbe potuto chiudere sin dal primo round, ma strappa la corona mondiale a Sugar Ray Robinson. Nel frattempo vive un periodo torbido per i guastati rapporti con il fratello e si ritira a Miami nel 1964. Intraprende delle attività fallimentari e viene abbandonato anche da Vickie.
SCHEDA FILM

Regia: Martin Scorsese

Attori: Robert De Niro - Jake La Motta, Cathy Moriarty - Vickie Thailer, Joe Pesci - Joey La Motta, Frank Vincent - Salvy Batts, Nicholas Colasanto - Tommy Como, Theresa Saldana - Lenore, Mario Gallo - Mario, Frank Adonis - Patsy, Joseph Bono - Guido, Frank Topham - Toppy, Lori Anne Flax - Irma, Charles Scorsese - Charlie, Don Dumphy - Se stesso, Bill Hanrahan - Eddie Eagan, Rita Bennett - Emma (Miss 1948, James V. Christy - Dottor Pinto, Floyd Anderson - Jimmy Reeves, Johnny Barnes - Sugar Ray Robinson, Kevin Mahon - Tony Janiro, Luis Raftis - Marcel Cerdan, Beansy Thomas Lobasso - Beansy, Peter Petrella - Johnny, Geraldine Smith - Janet, Peter Savage - Jackie Curtie, Sal Serafino Tomassetti - Buttafuori al Webster Hall, Paul Forrest - Parroco, Linda Artuso - Ragazza, Michael Badalucco - Barista che serve la soda, Mike Miles - Pugile, Bill Mazer - Reporter, Mardik Martin - Cameriere, Maryjane Lauria - Ragazza, Bobby Rings - Arbitro, Jimmy Lennon Sr. - Annunciatore, Bernie Allen - Comico

Soggetto: Jake LaMotta, Joseph Carter, Peter Savage

Sceneggiatura: Mardik Martin, Paul Schrader

Fotografia: Michael Chapman

Montaggio: Thelma Schoonmaker

Scenografia: Gene Rudolf

Costumi: John Boxer, Richard Bruno

Effetti: Raymond Klein, Max E. Wood

Durata: 129

Colore: B/N-C

Genere: BIOGRAFICO SPORTIVO DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Tratto da: autobiografia "Ragin Bull, My Story" di Jake La Motta, scritta con la collaborazione di Joseph Carter e Peter Savage (1970)

Produzione: CHARTOFF- WINKLER PRODUCTIONS

Distribuzione: UNITED ARTISTS - VIDEO E DVD: MGM HOME ENTERTAINMENT (GLI SCUDI), DVD E BLU-RAY: 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT

Data uscita: 2018-09-01

NOTE
- 2 OSCAR 1981: MIGLIOR ATTORE (ROBERT DE NIRO), MIGLIOR MONTAGGIO.

- GOLDEN GLOBE 1981 A ROBERT DE NIRO COME MIGLIOR ATTORE IN UN RUOLO DRAMMATICO.

- RESTAURATO DA CINETECA DI BOLOGNA - IL CINEMA RITROVATO. AL CINEMA.
CRITICA
"Robert De Niro si è preparato al film in modo analogo a Christopher Reeves per 'Superman'. Per tre mesi, ogni mattina, ha fatto footing, salto alla fune, sollevamente pesi e pugilato autentico sotto la direzione di Jake La Motta medesimo. Al suo fisico incredibilmente asciutto ha agginto cinque chili, sei, di muscoli e nervi, dice l'ex campione, 'di acciaio come i miei'. Le riprese del quadrato tra l'anziano boxeur e il giovane divo sono state, riferiscono, uno spettacolo. De Niro ha imparato a tirare come un professionista colpendo spesso e duto, il suo grande maestro. Ma quello che ha stupito Jake La Motta è stato il modo con cui è entrato nel suo personaggio. 'Per questi tre mesi' - egli ha detto - 'si è praticametne installato a casa mia. Ha studiato i miei ritagli di giornali, le mie fotografie, parlato con tutta la famiglia, intervistato gli avversari di un tempo'. L'ex campione sostiene di non aver vissuto un'esperienza così traumatizzante 'neppure nel periodo in cui fui in cura da un formidabile psichiatra'. Martin Scorsese, che se potesse farebbe film solo con De Niro, spiega che l'attore, uscito dalla famosa 'Method Scool' di Strasberg, 'ritiene indispensabile conoscere anche l'aspetto fisico, le idiosincrasie esterne dei personaggi che sta interpretando'. Quando girò 'Il cacciatore', De Niro visse per qualche tempo con gli operai delle acciaierie di Pittsburgh e imparò ad andare a caccia al cervo sui monti Alleghenies. (...) Il film è ricco di pathos: La Motta, anch'egli italo-americano come De Niro, crebbe a Brooklyn in un rione detto la 'cucina dell'inferno'. Portò sul ring la furia, la volontà di emancipazione che avevano distinto la sua adolescenza." (Ennio Caretto, 'La Stampa').

"Brodo di dado, ossia la maggiore delusione che ci abbia dato il regista americano Martin Scorsese dopo 'New York, New York': un film di due ore e otto minuti che sembra durare il doppio, una storia stanca e dispersiva, un ritratto di scarsa forza emotiva e di lieve spessore ideologico. Compiuto da Scorsese per rievocare il pugile italo-americano Jale La Motta, attivo negli anni Quaranta e Cinquanta, persino campione del mondo dei pesi medi, per cogliere nella sua ottusa brutalità il segno saliente di un'insicurezza, crudele e razzista, alimentata dalla miseria della Little Italy e dal miraggio della potenza. Cioè, sulla carta, un'altra tappa del cammino intrapreso da Scorsese per darci un'analisi sociopsicologica dell'ambiente dal quale egli stesso è uscito ma nei fatti una descrizione fiacca e letteraria, che non ci dice niente di nuovo, e dal punto di vista sportivo assai poco attendibile, giacché i suoi incontri di boxe sono condensati in scariche di cazzotti e in maschere sanguinanti (...). Nonostante gli Oscar che probabilmente prenderà, 'Toro scatenato' ha infatti una struttura narrativa e uno stile troppo più vecchi dell'età del regista, è corretto ma convenzionale nella pittura d'ambiente (con una musica di Mascagni poco adatta) e ci offre il ritratto di uno squilibrato che stinge nell'uggioso più che nel lirico-malinconico" (Giovanni Grazzini, 'Corriere della Sera')