The Hunted - La preda

The Hunted

USA 2003
L.T. Bonham è un agente dell'FBI, insegnante alla scuola di guerra, che ha appena ricevuto un incarico delicato: catturare un suo ex allievo, Aaron Hallam, fra i più brillanti del suo corso, che è divenuto ora un pericoloso assassino il cui sport preferito è andare a caccia di uomini. I due agenti dovranno scontrarsi nella foresta, in una sfida portata alle estreme conseguenze.
SCHEDA FILM

Regia: William Friedkin

Attori: Tommy Lee Jones - L.T. Bonham, Benicio Del Toro - Aaron Hallam, Connie Nielsen - Abby Durrell, Robert Blanche - Crumley, Jenna Boyd - Loretta Durrell, Aaron Bronstein - Stokes, Ron Canada - Van Zandt, John Finn - Chenowith, Carrick O'Quinn - Kohler, Mark Pellegrino - Hewitt, Leslie Stefanson - Irene Kravitz

Soggetto: Art Monterastelli, David Griffiths, Peter Griffiths

Sceneggiatura: Art Monterastelli, Peter Griffiths, David Griffiths

Fotografia: Caleb Deschanel

Musiche: Brian Tyler

Montaggio: Augie Hess

Scenografia: William Cruse

Costumi: Gloria Gresham

Effetti: Phil Cory, John McLeod, Mike Edmonson, Industrial Light & Magic (ILM)

Durata: 94

Colore: C

Genere: THRILLER DRAMMATICO AZIONE

Produzione: ALPHAVILLE FILMS; LAKESHORE ENTERTAINMENT

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

Data uscita: 2003-04-04

CRITICA
"Siamo dalle parti di 'Rambo', ma anche del survival movie, tipo 'Il fuggitivo'. Un gioco di gatto-e-topo già visto, si dirà; però a fare la differenza è il mestiere di Friedkin. Che inquadra la vicenda come un documentario di caccia alle belve e rifiuta la divisione maniche fra buoni e cattivi, suggerendo una riflessione sui concetti di colpa, eroismo, patriottismo. Se lo stile non è acqua, onore a una delle più belle sequenze d'apertura mai viste".(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 5 aprile 2003)

"Fattosi crescere una barba alla Rigoni Stern, Tommy Lee Jones vive un'esistenza da pacifico montanaro, ma sente la responsabilità di aver creato con i suoi insegnamenti un robot assassino. In 'The Hunted - La preda' il regista William Friedkin inscena inseguimenti e duelli all'ultimo sangue, sempre rigorosamente all'arma bianca. Con un'efficacia spettacolare che solo a tratti sconfina nella convenzione". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 5 aprile 2003)

"William Friedkin, tra i più colti e provocanti artisti visivi della vecchia guardia, uno capace di discutere coi radical a carrellate non invita alla ribellione laica. Sembra piuttosto sedotto dalla tragedia teologica in corso, dall'America che lancia i suoi ragazzi verso un nuovo Vietnam, con punte di fanatismo fondamentalista. (...) Friedkin insegue, con sguardo panfocus, luci di Caleb Deschanel, armonie horror di Brian Tyler, una ritmica che lo costringe all'aspra autoanalisi/autocritica, questo fantasma di nemico che non ha più 'regole d'onore' ma che potrebbe essere graziato, chissà, come con Bush Sr., perché le vie del signore (cineasta) sono infinite...(...) Il cineasta William Friedkin è un po' raccomandato (la moglie Sherry Lansing è boss della Paramount), ma resta l'uomo giusto per rievocare le forme e lo spirito dei film d'azione e di 'caccia all'uomo' di Robert Aldrich. Ricordate 'L'imperatore del nord' o le psicosi del reduce del Vietnam in 'I ragazzi del coro'? Chi può riesumarne lo sguardo inquietante meglio di Friedkin, che del male oscuro americano è sonda imperturbabile?". (Roberto Silvestri, 'il Manifesto', 4 aprile 2003)

"Dalle montagne della Columbia il manager militare in pensione si sposta nelle foreste dell'Oregon e ingaggia un inseguimento segnato da colpi d'ascia e passi magici più leggeri del fruscio di frasche, cadute nelle dighe e digressioni metropolitane, riprendendo il già visto del 'Cacciatore' e 'Crocodile Dundee' e (questo è il buono) l'esperienza corsaiola del cinema d'azione di Friedkin ('Il braccio violento della legge'). Si legge nel lancio pubblicitario: 'Ci sono uomini che devono essere fermati'. E ci sono film che potrebbero essere evitati. Il cast è meglio del film". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 5 aprile 2003)

"Dalla grandiosa sfrontatezza di un regista di valore come William Friedkin non ci si poteva attendere di meno. 'The Hunted - La preda' è un film d'altri tempi, una lezione di cinema impartita con il preciso scopo di mostrare come sia possibile tornare sui propri passi. (...) Le corse nei boschi e nelle strade cittadine sono fotografate magistralmente da Caleb Deschanel. Ci vorrebbe una mozione per consentire a Friedkin di girare almeno un film all'anno". (Adriano De Carlo, 'Il Giornale', 11 aprile 2003)