The Bleeder

3/5
Il giusto tributo – non agiografico – all’"emofiliaco di Bayonne" Chuck Wepner, pugile che ispirò la storia di Rocky Balboa. Con un ottimo Schreiber, Fuori Concorso

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CANADA 2016
La vita e la carriera del boxeur Chuck Wepner e il leggendario match per il titolo mondiale dei pesi massimi contro Muhammad Ali nel '75. Una sfida all'ultimo round che ha ispirato la nascita del personaggio di Rocky Balboa.
SCHEDA FILM

Regia: Philippe Falardeau

Attori: Liev Schreiber - Chuck Wepner, Elisabeth Moss - Phyliss Wepner, Ron Perlman - Al Braverman, Naomi Watts - Linda Wepner, Jim Gaffigan - John Stoehr, Michael Rappaport - John Wepner, Pooch Hall - Muhammad Alì, Morgan Spector - Sylvester Stallone, Leslie Lyles - Charlotte, Wass M. Stevens - Johnny Dicesare, Ivan Martin - Bobby Van, Catherine Corcoran - Sandy, William Hill - Paddy Flood, Kelvin Hale - Charlie Polite, Joe Starr - Manny, Zina Wilde - Roberta

Sceneggiatura: Jeff Feuerzeig, Jerry Stahl

Fotografia: Nicolas Bolduc

Musiche: Corey A. Jackson

Montaggio: Richard Comeau

Scenografia: Inbal Weinberg

Arredamento: Kendall Anderson

Costumi: Victoria Farrell

Durata: 93

Colore: C

Genere: SPORTIVO DRAMMATICO

Produzione: LIEV SCHREIBER, MICHAEL TOLLIN, CARL HAMPE, CHRISTA CAMPBELL, LATI GROBMAN PER CAMPBELL GROBMAN FILMS, MANDALAY SPORTS MEDIA

NOTE
- FUORI CONCORSO ALLA 73. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2016), HA OTTENUTO IL PREMIO C. SMITHERS FOUNDATION-CICT-UNESCO.
CRITICA
"Una storia che avrebbe offerto spunti vertiginosi, e che qui viene sviluppata secondo i canoni di una corretta ricostruzione d'epoca, debitrice al cinema di Scorsese, e che punta molto sull'interpretazione di Leiv Schreiber." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 3 settembre 2016)

"Philippe Falardeau (...) costruisce un piccolo grande monumento che non è quello che campeggia a Philadelphia dedicato a Rocky-Sly (che nella fiction ha vinto contro Apollo Creed) ma prende corpo e anima da Liev Schreiber. Davvero monumentale nel costruire questo antieroe, capace di resistere a Mohammed Alì, ma che si fa magnificamente massacrare dalla moglie (...). La difficoltà del film sta tutta nel dover ricostruire un mondo e delle situazioni autentiche (talvolta infatti Falardeau ricorre a materiale di repertorio) senza che il racconto si sfaldi." (Antonello Catacchio, Il Manifesto', 3 settembre 2016)