Sweet Sixteen

GERMANIA 2002
Jean, la mamma di Liam, è in carcere ma deve essere rilasciata per il giorno del sedicesimo compleanno di suo figlio. Liam spera di poter passare almeno quel giorno come un ragazzo qualsiasi. Sogna di avere una vita normale, la famiglia che non ha mai avuto, una casa che possa essere un rifugio sicuro per lui, sua madre e sua sorella. Ma per questo servono soldi e non è facile procurarsene per un ragazzo come lui. Liam cerca di darsi da fare, ma sorgono subito dei problemi. Forse è il caso di andarsene prima che sia troppo tardi.
SCHEDA FILM

Regia: Ken Loach

Attori: Martin Compston - Liam, Michelle Abercromby - Suzanne, William Ruane - Pinball, Annmarie Fulton - Chantelle, Michelle Coulter - Jean, Gary McCormack - Stan, Tommy McKee - Rab, Martin McCardie - Tony, Jon Morrison - Douglas, Calum McAlees - Calum, Robert Rennie - Scullion

Soggetto: Paul Laverty

Sceneggiatura: Paul Laverty

Fotografia: Barry Ackroyd

Musiche: George Fenton

Montaggio: Jonathan Morris

Scenografia: Martin Johnson

Costumi: Carole K. Millar

Effetti: Das Werk, Wolf Bosse

Durata: 106

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: SIXTEEN FILMS LTD, ALTA FILMS S.A., BBC, ROAD MOVIES FILMPRODUKTION, SCOTTISH SCREEN, TORNASOL FILMS S.A.

Distribuzione: BIM DISTRIBUZIONE

Data uscita: 2003-02-21

NOTE
- PREMIO PER LA SCENEGGIATURA A PAUL LAVERTY AL FESTIVAL DI CANNES 2002.

- REVISIONE MINISTERO: MARZO - APRILE 2003. LA REVISIONE MINISTERIALE DELL'11 FEBBRAIO 2014 HA ELIMINATO IL DIVIETO DI VISIONE AI MINORI DI 14 ANNI.
CRITICA
"Osservando il soggetto con l'inflessibile sguardo politico di sempre, Loach non può che arrivare ad un epilogo di totale pessimismo. Ancora una volta, però, il suo talento lo preserva sia dal determinismo meccanico, sia dalla tentazione d'impartire una lezioncina sui disastri che la società provoca nelle vite degli umiliati e offesi. Ken riversa sugli sfortunati personaggi tutta la simpatia umana di cui è capace, facendone creature di carne e di sangue per le quali è assai facile provare solidarietà". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 22 maggio 2002)

"Doppio ritorno per Ken Loach. Oltre che in patria, con 'Sweet Sixteen' l'eterno arrabbiato torna infatti alla famiglia, suo tema d'origine, dopo i ferrovieri di 'Paul, Mick e gli altri'. Ma i tempi sono così duri che il 15enne Liam, madre tossicomane, patrigno spacciatore, darebbe un braccio per avere un focolare. Anche se per fare qualche soldo inizia a spacciare a sua volta. Innescando una spirale di violenze che distruggerà per sempre i suoi sogni. Fra pusher e coltelli, un Edipo scozzese e tragicamente attuale". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 28 febbraio 2003)

"I colpi di scena si succedono, gestiti dal regista Ken Loach con una sapienza all'altezza della sua fama. Vedi quella specie di esame che i gangsters fanno per scherzo all'inconsapevole protagonista orinandogli di accoltellare un concorrente. Nel copione di Paul Laverty, premiato a Cannes, è subito chiaro che tutto finirà male perché mamma Jean vuol solo tornare al suo uomo e alla droga". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 22 febbraio 2003)