Storie sulla sabbia

ITALIA 1963
"Francesca" - Una ragazzina di quattro anni vive sulla spiaggia di Tor San Lorenzo una giornata come le altre: le persone che incontra sono quelle di tutti i giorni, e non tra le più importanti. Quello che conta è il mare, la sabbia, le dune, i giochi, e - soprattutto - il sole.

"Anna" - Un pranzo di nozze: avvenimento eccezionale per della gente modesta. Intorno agli sposi un violinista, un venditore ambulante mezzo matto, uno sceriffo da burla e una quantità di bambini con le loro reazioni spontanee e le loro trovate.

"Lucia" - Un gruppo di giovani va a passare una serata in un villaggio di pescatori. Nel paese si attende la nascita di un bimbo ed è in questa occasione che i giovani appartenenti a generazione ricca ma insoddisfatta traggono una impressione profonda a contatto della povera gente priva di tutto ma che conserva intatta quella forza sana che le viene dalla natura. Così Lucia, che aspetta la nascita di un bambino di cui avrebbe voluto sbarazzarsi, decide di affrontare con gioia e serenità la maternità.
SCHEDA FILM

Regia: Riccardo Fellini

Attori: Anna Orso, Francesca De Seta

Soggetto: Riccardo Fellini

Sceneggiatura: Riccardo Fellini, Gianfranco Ferrari

Fotografia: Giuseppe Aquari, Mario Vulpiani, Sandro D'Eva

Musiche: Giovanni Fusco

Montaggio: Mario Serandrei

Durata: 101

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM, EASTMANCOLOR

Produzione: ROMOR FILM (1962)

Distribuzione: CINERIZ

Episodi: Francesca, Anna, Lucia

NOTE
- HANNO PARTECIPATO AL FILM ATTORI NON PROFESSIONISTI.

- PRESENTATO AL XXIV FESTIVAL DI VENEZIA.

- PRESENTATO ALLA 66. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2009) NELLA SEZIONE "QUESTI FANTASMI 2".
CRITICA
"(...) Essenzialmente gracile, il film s'imposta su tre racconti (...). Ma la gracilità non consiste (...) nella scelta dei tre momenti del film, quanto nella ricerca di sentimenti e di pretesti per una serie di indagini sul mondo moderno (...). Di gusto felliniano (...). Riccardo riesce a prenderne qua e là qualche spunto felice, qualche intuizione intelligente (...). L'uso del colore (...) è caricato di una tenue simbologia (...)". (Francesco Dorigo, "Cineforum", 28/29, novembre 1963).