Storie d'armi e di piccoli eroi

ITALIA 2008
Kakà Shirin, è un giovane afgano che ha perso i genitori in un bombardamento nel 2001 ed è rimasto solo con la sua sorellina di cui deve occuparsi. Da quel momento la sua vita non è più stata la stessa, ma l'incontro con Mr. Walì, un assistente sociale, cambierà la sua esistenza. Mr. Walì, infatti, ha l'incarico di trovare bambine e bambini che possano frequentare la scuola Aschiana, un centro dove si insegna a leggere, a scrivere e anche ad apprendere vari mestieri ai bambini che lavorano per le strade e che sono orfani, ma che allo stesso tempo sono capifamiglia.
SCHEDA FILM

Regia: Isabella Sandri, Giuseppe M. Gaudino

Attori: Kakà Shirin Nazirullah - Se stesso, Mr. Walì Baaen - Se stesso

Sceneggiatura: Isabella Sandri, Giuseppe M. Gaudino

Fotografia: Giuseppe M. Gaudino, Isabella Sandri

Montaggio: Isabella Sandri, Giuseppe M. Gaudino

Altri titoli:

Kakà Shirin, studente lavoratore

Durata: 98

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Produzione: GAUNDRI SRL

CRITICA
"Quattro anni di riprese in una città che cambia ogni giorno: Kabul. I registi sono due nomi del cinema italiano più indipendente, Giuseppe Gaudino e Isabella Sandri. I protagonisti i bambini di strada della capitale afghana, "pedinati", reclutati, talvolta salvati da Mr. Wali, un personaggio così bello che se non ci fosse andrebbe inventato. Pedalando in giacca e cravatta fra le baraccopoli di Kabul, Mr. Wali infatti avvicina con mille cautele i piccoli lavoratori, quasi sempre orfani di guerra, per portarli nella scuola Aschiana, dove oltre che a leggere e a scrivere impareranno un mestiere. Fra tutti questi bambini seguiamo in particolare Kakà, capofamiglia a 10 anni, i suoi sogni, le sue parole così semplici e toccanti. Ma intorno a Kakà e Mr Wali prende forma tutto un mondo, con i suoi riti, i suoi pericoli, i suoi segreti, sempre ad altezza di bambino ma senza dimenticare il resto. Più che un semplice documentario, un impossibile poema epico a basso costo che dice tutta l'ambizione e la follia di questo cinema." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 28 novembre 2008)