Splendore nell'erba

Splendor in the Grass

USA 1961
Stati Uniti, 1928, fra i giovani Dean e Bud nasce un amore a prima vista. Ma la loro storia è ostacolata da forti difficoltà: la ragazza è infatti controllata a vista dalla mamma che la vorrebbe vergine fino alle nozze. Bud, invece, subisce l'influenza del padre (arricchitosi con il petrolio), che lo esorta a studiare e a vivere le sue esperienze amorose lontano da Dean. Così il ragazzo si trasferisce a Yale, ma il grande crollo della borsa cambierà i loro destini.
SCHEDA FILM

Regia: Elia Kazan

Attori: Warren Beatty - Bud Stamper, Natalie Wood - Wilma Dean 'Deanie' Loomis, Pat Hingle - Ace Stamper, Audrey Christie - Sig.ra Loomis, Barbara Loden - Ginny Stamper, Zohra Lampert - Angelina, Fred Stewart - Del Loomis, Joanna Roos - Sig.ra Stamper, John McGovern - Doc Smiley, Jan Norris - Juanita Howard, Martine Bartlett - Sig.na Metcalf, Gary Lockwood - Toots, Sandy Dennis - Kay, Crystal Field - Hazel, Marla Adams - June, Lynn Loring - Carolyn, Sean Garrison - Glenn, William Inge - Reverendo Whitman (non accreditato

Soggetto: William Inge - testo teatrale

Sceneggiatura: William Inge

Fotografia: Boris Kaufman

Musiche: David Amram

Montaggio: Gene Milford

Scenografia: Richard Sylbert

Arredamento: Gene Callahan

Costumi: Anna Hill Johnstone

Altri titoli:

Fieber im Blut

Esplendor en la hierba

Splendour in the Grass

La fièvre dans le sang

Durata: 124

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85) - TECHNICOLOR

Tratto da: omonimo testo teatrale di William Inge

Produzione: ELIA KAZAN PER NEWTON PRODUCTIONS, NBI PRODUCTIONS, WARNER BROS.

Distribuzione: WARNER BROS - WARNER HOME VIDEO

NOTE
- OSCAR 1961 PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE. NATALIE WOOD E' STATA CANDIDATA COME MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA.

- WILLIAM INGE FIGURA ANCHE COME PRODUTTORE ASSOCIATO.
CRITICA
"Amaro e sensibile melodramma social-sentimentale (Oscar per la sceneggiatura) del grande Elia Kazan, allora moralmente rivoluzionario per le sue accuse all'ipocrisia dell'America bigotta. Agli spettatori meno giovani darà ancora qualche palpito per gli struggenti accenni alla giovniezza perduta, gli altri lo troveranno irrimediabilmente scotto". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 27 gennaio 2001)