Salvatore - Questa è la vita

Storia di un orfano adulto per forza. Opera prima ambiziosa e con parecchie ingenuità

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ITALIA 2006
Un giovane insegnante romano, Marco Brioni, accetta l'incarico annuale in una scuola elementare in Sicilia. Giunto nel paesino, Marco conosce il piccolo Salvatore, un bambino rimasto orfano di entrambi i genitori, che provvede al sostentamento della nonna Maria e della sorellina Mariuccia andando a pesca e lavorando nella serra di pomodori che era di suo padre. Salvatore non ha tempo per frequentare la scuola, così Marco decide di fargli lezione a domicilio. Col tempo i due diventano inseparabili: Salvatore vede nel maestro il padre che non ha più, mentre Marco è interessato e affascinato dalla spontaneità che il bambino conserva nonostante la dura realtà in cui vive. Purtroppo, il legame tra Marco e Salvatore non è ben visto dall'assistente sociale che non lo ritiene abbastanza fermo per essere un buon educatore. L'insegnante, per porre rimedio alla situazione, decide di tornare a Roma, ma il richiamo verso la piccola casa in riva al mare è sempre molto forte...
SCHEDA FILM

Regia: Gian Paolo Cugno

Attori: Enrico Lo Verso - Marco Brioni, Galatea Ranzi - Giusy Valvo, Giancarlo Giannini - Timpaliscia, Gabriele Lavia - Direttore, Lucia Sardo - Nonna Maria, Ernesto Mahieux - Bidello, Maurizio Nicolosi - Padre, Alessandro Mallia - Salvatore

Soggetto: Gian Paolo Cugno

Sceneggiatura: Gian Paolo Cugno, Paolo Di Reda

Fotografia: Gino Sgreva

Musiche: Paolo Vivaldi

Scenografia: Paolo Innocenzi

Durata: 90

Colore: C

Genere: SOCIALE COMMEDIA

Produzione: PIETRO INNOCENZI, BUENA VISTA INTERNATIONAL

Distribuzione: BUENA VISTA INTERNATIONAL

Data uscita: 2006-10-31

NOTE
- EVENTO DI CHIUSURA DI 'ALICE NELLA CITTÀ' ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA IL 20 OTTOBRE 2006 ALL'AUDITORIUM DI ROMA.
CRITICA
"'Salvatore - Questa è la vita' di Gian Paolo Cugno, scritto dal regista e da Paolo Di Reda, è evidentemente un film sul diritto all'infanzia e alla crescita. Ma c'è di più, perché, come ci dice l'insegnante, per diventare grandi non basta crescere: occorre imparare a farlo liberamente e dando spazio ai sogni. Proprio come il regista, che si tiene al largo dal film di denuncia e sceglie invece di dare vita a una favola moderna girata con grazia, che inchioderà i più piccoli alle poltrone del cinema." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 3 novembre 2006)