Ruth & Alex - L'amore cerca casa

5 Flights Up

2.5/5
Tutto impeccabile, in primis Diane Keaton e Morgan Freeman. Mancano però grinta e incisività al racconto

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USA 2014
A causa dell'avanzare dell'età, Ruth, un'insegnante in pensione, e Alex, un artista afroamericano, decidono di mettere in vendita il loro appartamento di Brooklyn, a New York, dove hanno vissuto per quarant'anni. La loro decisione, però, coinciderà con una serie di eventi che getteranno la città nel caos e che, in un lungo fine settimana, gli faranno rivivere i ricordi degli anni passati nella loro casa...
SCHEDA FILM

Regia: Richard Loncraine

Attori: Morgan Freeman - Alex Carver, Diane Keaton - Ruth Carver, Cynthia Nixon - Lily Portman, Claire van der Boom - Ruth giovane, Korey Jackson - Alex giovane, Carrie Preston - Miriam Carswell, Michael Cristofer - Larry, Diane Ciesla - May, Josh Pais - Jackson, Maddie Corman - Donna amichevole, Miriam Shor - Donna fredda, Gary Wilmes - Sig. Vincent, Liza J. Bennett - Sig.ra Vincent, Ted Sod - Sig. Rahim, Sterling Jerins - Zoe, Ilana Levine - Madre di Zoe, Maury Ginsberg - Dott. Kramer, Alysia Reiner - Blue Leggings, Henry Kelemen - Justin, Hani Furstenberg - Sig.ra Schuyler, Hannah Dunne - Debbie, Eric Sheffer Stevens - Sig. Schuyler

Soggetto: Jill Ciment - romanzo

Sceneggiatura: Charlie Peters

Fotografia: Jonathan Freeman

Musiche: David Newman

Montaggio: Andrew Marcus

Scenografia: Brian Morris

Arredamento: Alexandra Mazur

Costumi: Arjun Bhasin

Effetti: David Isyomin

Altri titoli:

Ruth & Alex

Five Flights Up

Durata: 92

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: ARRI ALEXA XT, SXS PRO, ARRIRAW (2.8K)/(2K)/PRORES 4:4:4 (2K)

Tratto da: romanzo "Heroic Measures" di Jill Ciment

Produzione: CHARLIE PETERS, LORI MCCREARY, CURTIS BURCH, TRACY MERCER PER REVELATIONS ENTERTAINMENT, LATITUDE PRODUCTIONS

Distribuzione: VIDEA (2015)

Data uscita: 2015-06-25

TRAILER
NOTE
- TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI FIGURA ANCHE MORGAN FREEMAN.
CRITICA
"Una commedia immobiliare dove il regista Richard Loncraine fa il verso a Woody Allen non solo perché usa una delle sue muse, Diane Keaton ma anche perché glossa la geografia di New York raccontando di due coniugi che vogliono cambiar casa dopo 40 anni. (...) la sit com ce lo racconta con piacevole prevedibilità e le smorfie ordinate alla Keaton e a Freeman, arrivano a destinazione sentimentale." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 25 giugno 2015)

"Ispirato al romanzo 'Heroic Measures' di Jill Ciment e diretto dal britannico Loncraine (quello del 'Riccardo III' con McKellen,1995) trova la sua principale forza nel riunire per la prima volta i due premi Oscar (e mostri sacri) Diane Keaton e Morgan Freeman. Lo 'sposalizio' recitativo brilla di luce propria e vale tutto il film." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 25 giugno 2015)

"Tratto dal romanzo della canadese Jill Ciment (...) non è certo un gran film; ma Richard Loncraine lo dirige con grazia e gli interpreti conferiscono ai due protagonisti un'accattivante dimensione umana. Alle soglie dei settanta - con le sue rughe tranquillamente esibite, la sua eleganza casualmente chic, il suo anticonformismo - Diane Keaton, che mai è convolata a nozze, è diventata nella finzione cinematografica ideale moglie della terza età: sempre intonata che si trovi alle prese con Jack Nicholson o Robert De Niro o Michael Douglas, qui lavora per la prima volta in coppia con l'autorevole Morgan Freeman che impersona con la consueta credibilità il marito pittore, uomo integro e artista alieno alle logiche del mercato. (...) Nel romanzo si cita spesso Cechov, di cui Ruth è appassionata estimatrice; e, guardando a quel modello, nel film spira un'aria di minimalismo quotidiano in bilico fra malinconia e ironia, dove nulla accade e sono le sfumature e i moti dell'anima a determinare le svolte esistenziali." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 25 giugno 2015)

"Riscritto da Charlie Peters ('Blame It on Rio', 'Saluti dal caro destino') sulla base di un romanzo di Jill Ciment, poi realizzato come regista da Richard Loncraine ('Flame', 'Rapina al computer', 'Riccardo III', 'Wimbledon'). A tratti fa riflettere sulla vecchiaia (...). Grazie ad alcuni flashback ci informa dei problemi di Ruth al momento di sposare Alex perché afroamericano, in altri, mostrando un Alex giovanissimo, con la scapigliatura tipica dei neri, per raccontarci l'inizio della storia dei due (lei modella, lui pittore). Però servono poco a snellire una storia che ad ogni passo si impiglia tra quelle continue case da vendere e da comprare, al massimo suscitandovi in mezzo una galleria colorata di tipi strani che dovrebbe interessare o comunque far sorridere. Il vero merito del film perciò consiste nella interpretazione di Morgan Freeman e di Diane Keaton nei panni della coppia. Uno silenzioso, pacato, pronto a riflettere anche sulla propria vecchiaia, l'altra con il solo difetto che il suo personaggio altrettanto anziano ricorda sempre quello di 'Io e Annie' interpretato nel '77 per Woody Allen." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 25 giugno 2015)

"(...) il film diretto da Richard Loncraine è un frenetico giro su 'montagne russe emotive' tra isterici agenti immobiliari, odiosi acquirenti, frustranti visite, sfiancanti trattative. (...) Ormai le romantiche commedie d'amore che hanno per protagonisti gli anziani costituiscono quasi un sottogenere, per quanto rischioso e temuto, a Hollywood. Questa volta la coppia, interrazziale, è costituita da due premi Oscar per la prima volta insieme, Diane Keaton e Morgan Freeman, a proprio agio come a casa loro, capaci di dare vita a perfette e tenere schermaglie nel bel mezzo della baraonda destinata a frullarli per tre giorni. Sullo sfondo l'amarezza per un mondo impazzito e la dolcezza che riporta alla memoria con brevi flashback ambientati nei primi anni Settanta, i momenti della giovinezza vissuti insieme." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 26 giugno 2015)

"Quante smorfiette accattivanti, quante apoteosi (tardo) coniugali, quanti sarcasmi nei confronti dei giorni nostri così volgari: 'Ruth & Alex' è un film che ce la mette tutta per allisciare il pelo al pubblico estenuato dalle promesse non mantenute del cinema d'essai. (...) Peccato che l'esile commedia passatista covi la sproporzionata ambizione di convocare sullo schermo tutti i temi a portata di cinepresa, dalla nostalgia canaglia alla cagnolina ammalata, dai paradossi del mercato immobiliare alla «fobia» dei terroristi a ogni angolo di strada. La Keaton e Freeman costituiscono l'unico valore di un film non spiacevole che ha lo stesso peso filmico di un appuntamento tra amici per una partita di burraco." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 2 luglio 2015)

"Con tanti film dai protagonisti vecchi o vecchissimi - è la nuova frontiera dello star system - eccone uno che non fa della terza età un'isola, ma la mette in rapporto col resto del mondo. Il soggetto è così universale e ricco di spunti che se ne possono immaginare versioni diverse in ogni metropoli del globo, a partire da Roma naturalmente. Ma qui siamo a New York, anzi a Brooklyn. I protagonisti sono il pittore fuori moda Morgan Freeman (sempre meraviglioso) e la sua ex-modella e compagna da quarant'anni Diane Keaton (a tratti leziosa). Così all'orgoglio generazionale si somma quello della coppia interrazziale, fiera del proprio passato e delle difficoltà superate (curiosità: nel romanzo originario di Jill Ciment, Newton Compton, i protagonisti sono ebrei, la svolta interrazziale è nata dal casting e dalla versione americana del manuale Cencelli, attenta a tutte le minoranze). Ma l'inglese Loncraine, già regista vent'anni fa di un memorabile 'Riccardo III' paranazi con Ian McKellen, ha la mano lieve e il tema razziale resta sottotraccia. L'uguaglianza è ormai un dato acquisito, almeno a New York. Quelle che non sono affatto sparite, al contrario, sono le differenze di cultura e mentalità, che saranno decisive - non anticipiamo troppo - nelle scelte finali della coppia. Ed è qui che il film si fa interessante, malgrado l'insistenza della voce narrante e i flashback a tratti melensi (con le immancabili sottolineature di trucco e costumi a scandire le epoche, vedi il periodo James Brown del futuro Freeman). (...) Esaltato da un paio di trovate felici, come l'incontrare sempre uno stesso nucleo di persone casa per casa. O quel ponte bloccato da un camion guidato da un potenziale terrorista, che favorendo un allarme alimentato dai media fa anche cadere maschere e ipocrisie. Aggiungendo a questa commedia di pura confezione un guizzo che fa la differenza (anche se i quadri di Freeman sono davvero troppo brutti perché si prenda sul serio la sua pittura 'impegnata')." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 16 luglio 2015)