Quel che resta di mio marito

Bonneville

USA 2006
Arvilla Holden, Margine Cunningham e Carol Brimm, legate da una profonda e decennale amicizia, partono da Pocatello, in Idaho, a bordo di una Bonneville decappottabile del '66 per attraversare l'America e arrivare fino a Santa Barbara, in California, dove Arvilla consegnerà le ceneri di suo marito a Francine, la figlia che l'uomo aveva avuto da un precedente matrimonio. Un'avventura on the road che tra risate, confidenze, litigi e incontri avventurosi, farà riscoprire alle tre donne il piacere di stare insieme e la solidità della loro amicizia.
SCHEDA FILM

Regia: Christopher N. Rowley

Attori: Jessica Lange - Arvilla Holden, Kathy Bates - Margene Cunningham, Joan Allen - Carol Brimm, Tom Skerritt - Emmett L. Johnson, Christine Baranski - Francine Holden Packard, Victor Rasuk - Bo Douglas, Tom Amandes - Bill Packard, Tom Wopat - Arlo Brimm, Jodi Russell - Alison, Ivey Lloyd - Evelyn, Laura Park - Riva Fox, Bruce Newbold - Vescovo Evans, Ivey Mitchell - Evelyn Brimm, Evan May - Robert Brimm, Erin May - Lauren Brimm, Skip Carlson - Larry, Steve O'Neill - Dottore, Amber Woody - Crystal

Soggetto: Daniel D. Davis, Christopher N. Rowley

Sceneggiatura: Daniel D. Davis

Fotografia: Jeffrey L. Kimball

Musiche: Jeff Cardoni

Montaggio: Anita Brandt-Burgoyne, Lisa Fruchtman

Scenografia: Christopher R. DeMuri

Arredamento: Les Boothe

Costumi: Sue Gandy

Effetti: James Potter Jr.

Durata: 93

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: PANAVISION, 35 MM (1:2.35)

Produzione: SENART FILMS, DROP OF WATER PRODUCTIONS

Distribuzione: TEODORA FILM (2008)

Data uscita: 2008-10-17

CRITICA
"Jessica Lange non è solo un'attrice bravissima e bellissima: è una donna che ha fatto scelte importanti. Vive nel suo ranch con Sam Shepard, fa solo i film in cui crede, sceglie con cura i registi. Con Kathy Bates e Joan Allen compone un trio di fuoriclasse: ma è straordinaria nel ruolo dell'odiosa figliastra, anche la Christine Baranski che in 'Mamma Mia!' è l'amica 'rifatta' di Meryl Streep. 'Quel che resta di mio marito' è un film da far vedere in tutte le scuole di recitazione." (Alberto Crespi, 'L'Unità, 17 ottobre 2008)

"Struttura alla 'Thelma e Louise', con aggiunta la protesi urna che si scarrozza Orlando Bloom in 'Elizabethtown', 'Quel che resta di mio marito' è intriso da echi di spiritualità mormona che raffreddano ogni gesto e sentimento del film, fino a farlo risultare una declinata e declinante ripetizione di uno stagionato road-movie. Peccato perché le tre signore sono attrici davvero superbe (la Bates su tutte) e alcuni momenti, come l'accostamento auto-camion (guidato dal canuto Tom Skerritt), sembrano arrivare diretti dall'armadio nobile degli archetipi del cinema americano classico." (Davide Turrini, 'Liberazione', 17 ottobre 2008)

"'Quel che resta di mio marito' di Christopher N. Rowley non è 'Thelma & Louise' e nemmeno vuol esserlo. Ogni svolta narrativa è prevedibile. Ma sicuramente Jessica Lange, Kathy Bates e Joan Alllen (12 nomination e tre Oscar in totale) sono meravigliose. Due minuti che le vedi insieme e metteresti la mano sul fuoco che quelle tre sono cresciute fianco a fianco. Attrici che non giudicano i loro personaggi. Li vivono. Magistrali." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 17 ottobre 2008)

"Commedia dolceamara, dove traspare il cinismo del nostro vivere quotidiano, stemperato da grandi interpretazioni, senza dimenticare che tanto, tutto finisce in cenere." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 17 ottobre 2008)

"Un incantevole trio di interpreti in un'America suggestiva per una commedia on the road che, a dispetto del tema, non rischia il patetico." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 17 ottobre 2008)

"La Bates diverte, confessando d'essersi tolta le ragnatele dalle pudenda, ma nel complesso quest'opera prima di Christoper N. Rowley potrebbe restar l'ultima." (Cinzia Romani, 'Il Giornale', 17 ottobre 2008)

"Un mix del femminismo Usa, 'Thelma e Louise' con pomodori verdi fritti, auto in panne, autostoppisti in cerca di papà, storia di sorellanza di piccole donne in crescita. Iper sentimentale gestito da un buon deb, il film scatta foto di paesaggi e tramonti anche interiori, beghe familiari un po' di Hopper sparso e il bon ton del regista che assicura di essersi ricordato della vita della cara nonnina." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 17 ottobre 2008)

"Il viaggio, per volere di una timida ma determinata Arvilla, diventa un pellegrinaggio nei luoghi che sono stati testimoni del suo amore. Ad ogni tappa, discretamente, sparge un pugno di cenere. Fino a che non resta quasi più niente. Fino a un epilogo che conferma la linea dolcemente crepuscolare e di sorridente malinconia che ha segnato il delicato film." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 17 ottobre 2008)