Quando Marta urlò dalla tomba

ITALIA 1972
In una notte di nebbia, due ragazzi, Fred e Laura; una donna momentaneamente sola, la ricchissima Elsa; un dongiovanni di mezza età, Porter; e, infine, l'avvocato Tremont con sua moglie, smarrita la strada approdano a una tetra dimora, contigua a un cimitero. Li accoglie una giovane donna, Marta Clinton, nipote - così ella dice ai suoi ospiti - di una signora morta anni prima, col suo autista e amante, in un incidente automobilistico, della quale si narra che vada aggirandosi nottetempo tra le tombe in compagnia del suo uomo. Mentre Elsa (che prima di giungere alla villa era stata terrorizzata a morte da una visione come quella) cade in una profonda depressione, lo sfortunato Porter incappa, giustappunto nel fantasma dell'autista, per cui muore d'infarto. Da quel momento, altri terrificanti avvenimenti sconvolgono la villa provocando la pazzia di Elsa. Fuggiti Fred e Laura, in cerca della polizia, un uomo sbuca dai sotterranei della villa: è Ernest, il marito di Elsa, che volendo liberarsi della moglie, s'era servito, per farle perdere la ragione, dei macabri travestimenti ideati da Marta e dai suoi due complici, l'avvocato Tremont e Igor, il presunto autista. Soddisfatto, Ernest si disfa dei tre pericolosi testimoni, ma Elsa, afferrata una pistola, lo uccide.
SCHEDA FILM

Regia: Francisco Lara Polop

Attori: Franco Fantasia, Amalia Gade, Annalisa Nardi, Andrés Resino, Georges Rigaud, Evelyn Stewart, Yelena Samarina, Josè Louis Velasco, Alberto Dalbés

Soggetto: Luis G. De Blain

Sceneggiatura: Luis G. De Blain, Antonio Troiso

Fotografia: Guglielmo Mancori

Musiche: Marcello Giombini

Montaggio: Mercedes Alonso

Durata: 86

Colore: C

Genere: HORROR

Specifiche tecniche: PANORAMICA TECHNICOLOR

Produzione: TRITONE (ROMA) MONDIAL (MADRID)

Distribuzione: C.I.D.I.F.

CRITICA
"E' un film dell'orrore, con l'aggiunta di elementi tipici dei "gialli", realizzato e interpretato con scadente mestiere, e che fa leva soltanto, per appagare lo spettatore, sulla truculenza delle immagini e sugli spunti erotici disseminati qui e là." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 74, 1973).