Portami via

ITALIA 1994
A Torino, due trentacinquenni, Alberto, rappresentante di elettrodomestici, e Luigi, assistente in una comunità di handicappati, vagano quasi ogni sera di locale in locale, con il desiderio della donna da conquistare. Nel frattempo Cinzia e Cristiana, due giovani slave, attirate con il solito trucco dell'agenzia per fotomodelle, sono costrette a prostituirsi da un lenone particolarmente violento. Nel corso dell'ennesima lite coi protettori una di esse scrive il numero di telefono col rossetto sul parabrezza dell'auto di Alberto: queste prostitute costano due milioni, e ai due uomini non resta che fantasticarci sopra. Mentre Luigi accudisce Paolo, un disabile che ha messo via una discreta somma di denaro (e quando costui si toglie la vita la eredita), Alberto ha alcuni problemi economici per un pignoramento. Luigi decide di spendere parte dell'eredità incontrando Cinzia e Cristina. Mentre arrivano all'appuntamento Cristina viene malmenata dal protettore, che colpisce Alberto, sceso a difenderla: terrorizzata, la giovane spara all'uomo, uccidendolo. Rifugiatasi a casa di Luigi, Cinzia e Cristina decidono di espatriare, e sia il primo che l'inizialmente riluttante Alberto decidono di seguirle oltre confine, in Francia.
SCHEDA FILM

Regia: Gianluca Maria Tavarelli

Attori: Stefania Orsola Garello - Cinzia, Sergio Troiano - Alberto, Michele di Mauro - Luigi, France Demoulin - Cristina, Riccardo Montanaro - Mario, Fabrizio Monetti - Paolo, Vittoria Piancastelli, Daniele Lucca, Vincenzo Cutrupi, Francesco Benedetto, Paolo Marchese, Roberto Freddi, Antonio Spadaro, Marta Columbro, Claudia Penoni, Guido Ruffa, Germana Pasquero, Fabrizio Parisotto, Marco Berry

Soggetto: Leonardo Fasoli, Gianluca Maria Tavarelli

Sceneggiatura: Leonardo Fasoli, Gianluca Maria Tavarelli

Fotografia: Pietro Sciortino, Angelo Santovito - operatore

Musiche: Paolo Lasazio, Roberto Padovan

Montaggio: Marco Spoletini

Scenografia: Stefano Giambanco

Costumi: Stefano Giambanco

Suono: Mario Iaquone - fonico

Durata: 105

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA

Produzione: GIANLUCA ARCOPINTO PER AXELOTIL FILM, IN ASSOCIAZIONE CON TEA FILM

Distribuzione: NEMO DISTRIBUZIONE CINEMATOGRAFICA

NOTE
- REVISIONE MINISTERO MARZO 1995.
CRITICA
'Nella Torino notturna, 'Portami via' racconta i destini incrociati di due coppie di giovani che vorrebbero un'altra vita. (...) Le due coppie s'incontrano in un momento drammatico, si spaventano, si aiutano. Il trauma dà a tutt'e quattro il coraggio prima introvabile d'andarsene, di partire verso la Francia, di tentar di vivere davvero: 'Fammi provare', 'Ma sì'. Intorno a loro la città nel buio, strade deserte e locali affollati esplorati in un vagabondare in auto insoddisfacente ma inevitabile, privo d'allegria e d'amore ('se voglio una donna me la devo pagare'); residences tetri visitati dalle due ragazze pagate da uomini grossolani e malinconici. Accanto a loro, i personaggi minori (malati di mente, suicidi, un vicino convinto d'un proprio prossimo trasferimento extraterrestre) simboleggiano le tante possibili varianti del grande desiderio di fuga contemporaneo. Gli attori ben scelti e ben diretti interpretano con naturalezza e sottigliezza i loro personaggi, simili a tante persone giovani senza presente né avvenire, ridotte all'inerzia o al dinamismo nevrotico, rese torpide dal rifiuto, dalla delusione." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 11 Novembre 1994)

"I cineasti di Torino - Daniele Segre, Guido Chiesa, Emanuela Piovano, Corrado Franco, Badolisani, e il giovane Calopresti, che farà un film con Moretti - hanno quasi un marchio di fabbrica, dato forse dalla loro città inospitale e lontana da Roma, che li costringe a inquadrare strade giallastre di luci al sodio e tanti poveracci, il disperato squallore di una città in declino. Senza enfasi, senza fare dei suoi personaggi degli eroi, Tavarelli esplora i gradi più bassi della vita sociale, il soffio del desiderio e dell'inadeguatezza, appena un palmo al di sopra dell'emarginazione." (Giovanni Bogani, 'La Nazione', 7 Dicembre 1994)

"Tra i film più interessanti presentati quest'anno a Venezia nel Panorama italiano, il film di Tavarelli esce ora in una versione definitiva, smussata di alcune lungaggini insistite. Il film ne acquista in secchezza e insieme in intensità. La compattezza raggiunta in qualche modo amplifica anche quel lavoro sui tempi vuoti quell'acre e spietata anatomia del male di vivere, che rende inquietante e personale l'esordio di Tavarelli. (...) Ma gli accenti sicuramente personali, assorti e insieme taglienti del modo di raccontare di Tavarelli, sono supportati in un equilibrio molto riuscito dal quartetto di attori e attrici (Garello, Demoulin, Troiano, Di Mauro), assolutamente credibili nel loro lavoro sui mezzi toni e sull'ironia (premiati tutti al Festival dei film indipendenti di Arezzo). Insieme ad altri personaggi ossessionati dal loro malessere che punteggiano il film, i quattro attori aderiscono perfettamente alle motivazioni e al destino dei personaggi, che alla fine si incontrano in nome del loro dramma e dei loro sogni." (Bruno Roberti, 'Vivilcinema')