Pontormo - Un amore eretico

ITALIA 2002
Nella Firenze del '500 il pittore Jacopo Carrucci, detto il Pontormo, lotta per difendere dall'accusa di stregoneria la sua musa ispiratrice, Anna, una ragazza fiamminga cui durante la Guerra della Fiandre è stata tagliata la lingua. Ora l'accusano di aver ucciso il sorvegliante dell'arazzeria dove lavora, che ha provocato la morte di un bambino cui lei era molto legata. Pontormo, che ormai ha sessantuno anni e si sente vicino alla morte, decide di esporsi e testimoniare in favore della donna cui tutti sono ostili, in realtà, perché la sentono straniera. Ma anche lui ormai si sente estraneo in un momento in cui la signoria sta morendo e nascono gli stati nazionali, il Concilio di Trento vede il confronto tra Riforma e Controriforma e l'uomo, che nel Rinascimento era al centro dell'universo, è oppresso dalle guerre.
SCHEDA FILM

Regia: Giovanni Fago

Attori: Joe Mantegna - Pontormo, Galatea Ranzi - Anna, Sandro Lombardi - Anselmo, Toni Bertorelli - Priore San Lorenzo, Laurent Terzieff - Inquisitore, Massimo Wertmüller - Bronzino, Andy Luotto - Mastro Rossino, Alberto Bognanni - Cosimo I, Giacinto Palmarini - Battista, Vernon Dobtcheff - Riccio, Lea Gramsdorff - Moglie di Branzino

Soggetto: Marilisa Calò, Massimo Felisatti

Sceneggiatura: Marilisa Calò, Massimo Felisatti, Giovanni Fago

Fotografia: Alessio Gelsini Torresi

Musiche: Pino Donaggio

Montaggio: Giancarlo Cersosimo

Scenografia: Amedeo Fago

Costumi: Lia Francesca Morandini

Altri titoli:

Pontormo: A Heretical Love

Durata: 97

Colore: C

Genere: BIOGRAFICO STORICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Tratto da: basato su alcune pagine dei diari di Jacopo Carrucci detto 'Pontormo'

Produzione: STAR PLEX, PALAMO FILM

Distribuzione: EAGLE PICTURES (2004), AB FILM DISTRIBUTORS

Data uscita: 2004-05-28

NOTE
- FILM REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI - DIPARTIMENTO SPETTACOLO.
CRITICA
"Giovanni Fago nel suo 'Pontormo, un amore eretico' ritrae in maniera convincente l'uomo Pontormo (uno sperduto quanto intenso Joe Mantegna), con le sue paure, il suo coraggio, la sua ipocondria, gli appunti di vita quotidiana affidati ad un diario, costruendogli però attorno una sovrastruttura-fiction debole ed eccessivamente statica rispetto alla dinamicità e alla potenza del pensiero artistico di un gigante, l'autore di quel gioiello che è la 'Deposizione' nella Chiesa di Santa Felicita. La perfezione fotografica e iconografica, la fedeltà della luce e dei colori, la maniacale cura del particolare anche nei costumi del film si diluiscono nel rapporto tra il pittore e l'esule fiamminga Anna, la sua musa ispiratrice, una sorta di angelo eretico privato della parola al quale Galatea Ranzi regala una non facile espressività muta." (Leonardo Jattarelli, 'Il Messaggero', 28 maggio 2004)

"Manifesto e sottotitolo ('Un amore eretico') promettono qualcosa che nell'arco del film risulta sacrificato: più del rapporto stabilito dal sessantenne Contorno con la tessitrice fiamminga accusata di essere una strega, occupa spazio la cornice storica e i dilemmi che essa pone all'uomo e all'artista. (...) Di scuola rosselliniana, Fago non trova la strada per conciliare rigore e comunicazione, emozione e saggio." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 29 maggio 2004

"Finalmente un film che, raccontando di un grande pittore, anziché perdersi nell'aneddotica mondana si concentra sull'arte, sul lavoro, sulla pittura. 'Pontormo' Di Giovanni Fago guarda all'ultimo tempo della vita di Jacopo Carrucci detto il Pontormo, meraviglioso manierista cinquecentesco toscano al servizio del duca Cosimo de' Medici: (...) Joe Mantegna interpreta il personaggio con dignità accorata, con pacato dolore, e dà un contributo importante al film un poco scolastico, molto interessante." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 27 maggio 2004)

"La biografia di Jacopo Carrucci da Pontormo, uno dei geni del manierismo, non pareva granché adatta al cinema: una vita di nevrotica e chiusa coerenza, testimoniata da uno scarno diario. Quello proposto dal film è un Pontormo eretico, vicino ai fermenti più vivi della cultura italiana negli anni di Lutero, mentre la Chiesa minaccia di irrigidirsi. (...) Finché si mantiene nei limiti della divulgazione, 'Pontormo' è utile e non troppo noioso. Una buona compagnia di attori regge i ruoli con mestiere. Ma poi il didatticismo soffoca tutto: i dialoghi sembrano didascalie, e il Pontormo, celebre per il suo riserbo, diventa un logorroico teorizzatore di sé. Alcune cadute di gusto e sgradevoli effetti digitali che piazzando i personaggi su set d'epoca, con un risultato simile ai trasparenti degli anni'40." (Emiliano Morreale, 'Film Tv', 6 giugno 2004)