Paz!

ITALIA 2001
I più famosi personaggi del fumettista Andrea Pazienza portati sul grande schermo. Nella Bologna degli anni '70, in un appartamento, vivono praticamente senza mai incontrarsi tre personaggi: il tossico Zanardi, il fumettista fuoricorso Pentothal e lo studente Fiabeschi.
SCHEDA FILM

Regia: Renato De Maria

Attori: Claudio Santamaria - Pentothal, Max Mazzotta - Enrico Fiabeschi, Flavio Pistilli - Massimo Zanardi, Matteo Taranto - Roberto Colasanti, Rosalinda Celentano - Gianna, Iaia Forte - Sig.na Corona, Fabrizia Sacchi - Lucilla, Cristiano Callegaro - Sergio Petrilli, Roberto Citran - Professore, Vittoria Puccini - Mirella, Antonio Rezza - Folletto, Frankie Hi Nrg - Gangster, Paola Bechis - Professoressa, Barbara Bonanni - Anna, Giampaolo Morelli - Massimone, Vittorio Attene - Infante, Giordano De Plano - Ringo, Giulia Carmignani - Elena, Sara Cavani - Beatrice, Giorgio Tirabassi - Freak, Roberto "Freak" Antoni - Bidello, Franco Berardi - Bifo, Giovanni Lindo Ferretti - Uomo ombra, Paolo Scalondro - Ispettore di Polizia, Ricky Memphis - Uomo di Latina, Giulia Steigerwalt - Marilisa

Soggetto: Ivan Cotroneo, Renato De Maria

Sceneggiatura: Ivan Cotroneo, Francesco Piccolo, Renato De Maria

Fotografia: Gian Filippo Corticelli

Musiche: Francesco Zampaglione, Meme , Riccardo Sinigallia

Montaggio: Jacopo Quadri, Letizia Caudullo

Scenografia: Giancarlo Basili

Costumi: Valentina Taviani, Francesca Casciello

Durata: 102

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Tratto da: tratto dalle opere di Andrea Pazienza: "Pentothal", "Zanardi", "Pompeo", "Il libro rosso del male"

Produzione: ROBERTO E MATTEO LEVI PER TANGRAM FILM, RAI CINEMA, STREAM, ITC MOVIE

Distribuzione: MIKADO - DVD ELLEU MULTIMEDIA (2002)

Data uscita: 2002-02-22

NOTE
- PROGETTO MUSICALE DI GINO CASTALDO.

- REVISIONE MINISTERO GENNAIO 2002.

- CANDIDATO AI NASTRI D'ARGENTO 2002 PER LA MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA (ROSALINDA CELENTANO) E IL MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA (CLAUDIO SANTAMARIA).
CRITICA
"I giorni, le notti, gli amori, gli esami, i sogni, le canne, le sfighe, le mascalzonate, insomma tutto ciò che poteva capitare ai ragazzi di Bologna nel '77 così come lo raccontò il grande Andrea Pazienza in un film di Renato De Maria: 'Paz!'. Un omaggio, un calco, un collage, una reinvenzione libera e fedele insieme delle tavole del fumettista morto nel 1988. Grande assente: l'eroina. Il resto c'è tutto, e se la struttura non è sempre solidissima, molte scene sono davvero memorabili". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 22 febbraio 2002)

"'Paz!' si avvia molto bene, immergendoti in un clima tra surrealista ed espressionista; ottenuto, quest'ultimo, mediante inquadrature sghembe e deformate che imitano i tagli dei fumetti. Benché i due linguaggi diacronici - fumetto e cinema - siano profondamente diversi, la scommessa è, almeno parzialmente, vinta. Peccato che lo stile visivo adottato da De Maria non regga sulla durata dei cento minuti, facendo sfilare a coda di pesce la seconda parte di un film riuscito (alla lettera) solo a metà". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 24 febbraio 2002)

"'Paz!' è il tentativo di far rivivere Pazienza attraverso i suoi personaggi e il suo mondo, nel racconto di ventiquattrore nella vita di tre ragazzi (...) Il regista Renato De Maria dice d'essersi affidato 'all'incoerenza del ricordo' e di considerare 'Paz!' un film di fantascienza, proiettato nel passato come nel futuro". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 22 febbraio 2002)

"Girato come un graffito di cinema, ma chiaro ed efficace, profondamente sapiente della generazione 'invisibile' che racconta, viene dai personaggi e dalla passione vitalistica e autodistruttiva del grande fumettista Andrea Pazienza, eppure riesce a trasfigurare il segno grafico di provenienza, il colore eccentrico del melieu artistico, l'ambientazione di cronaca (la protesta nichilista del '77). (...) Era un compito difficile, il contrario del lavoro di Paz: riportare alla carne viva lucide marionette plasmate dalla carne viva. Cast perfetto". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 21 febbraio 2002)

"La scelta di partire dai fumetti spinge a un'uguale radicalità di linguaggio, il cinema narra e media, e il passaggio da un mezzo all'altro sembra generare compromessi, infiacchire con la coscienza del poi i 'messaggi', e non esalta il linguaggio, però nello sguardo del regista c'è una grande onestà. Egli ha usufruito della collaborazione e partecipazione non proprio straordinaria di numerosi 'alternativi' professionali e di qualche alieno filisteo. Domanda: come leggeranno 'Paz!' i giovani di questi robotici anni zero?". (Goffredo Fofi, 'Panorama', 28 febbraio 2002)