OMBRE SUL CANAL GRANDE

ITALIA 1951
A Venezia, un maturo funzionario delle Assicurazioni Generali, il dottor Carlo Pavani, scompare misteriosamente: dopo tre giorni il suo cadavere vien gettato dalla marea sui gradini d'un palazzo. La giovane vedova, Daniela, affida ad un investigatore privato l'incarico di fare delle indagini e viene a sapere che il marito, essendo a conoscenza della sua relazione amorosa con Stefano, un giovane sportivo, la pedinava. Questo le fa pensare che suo marito si sia ucciso per il dolore di sapersi tradito e provoca in lei una crisi di coscienza. Ella vorrebbe troncare la relazione, ma la passione è più forte: Daniela decide quindi di riunirsi all'amante, di fuggire con lui. In realtà, la morte del Pavani non è dovuta a suicidio: deciso a separarsi dalla moglie adultera, il Pavani, s'era recato a Torcello, dove gli amanti usavano incontrarsi, per avere una spiegazione con Stefano. Costui, credendosi aggredito, aveva gettato il presunto aggressore in un canale, dove l'infelice era affogato. Braccato dalla polizia Stefano tenta di sottrarsi alla cattura e viene ucciso.
SCHEDA FILM

Regia: Glauco Pellegrini

Attori: Emilio Baldanello - Padre Di Daniela, Vanda Baldanello - Moglie Di Pavani, Leony Leon Bert - Contessa Pavana, Patrizia Caronti, Gianni Cavalieri - Investigatore Privato, Isa Pola - Daniela Pavani, Carlo Hintermann (II) - Commissario, Franco Mandich, Cesira Vianello, Eugenio Rizzardini, Dino Villamena, Antonio Centa - Stefano, Antonio Trivelli, Armando Seguso, Giorgio Malvezzi, Attilio Tosato - Silvestro Pavani, Dino Tavella, Elena Zareschi - Marta

Soggetto: Glauco Pellegrini

Sceneggiatura: Glauco Pellegrini, Rodolfo Sonego

Fotografia: Mario Montuori

Musiche: Gino Gorini

Scenografia: Luigi Ricci

Durata: 117

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Produzione: LUIGI ROVERE PER ROVERE FILM

Distribuzione: LUX FILM

NOTE
- MUSICA DIRETTA DA FRANCO FERRARA
CRITICA
" (...) Dietro la facciata di questa Venezia, egli (il regista n.d.r.) tenta la scoperta della borghesia veneziana, dei suoi difetti e delle sue virtù". (D. Meccoli, "Cinema", n. 69 del 1/9/1951).