Ne parliamo lunedì

ITALIA 1989
Nico gestisce con la moglie Alba il motel Nevada, vicino ad una strada di campagna italiana. C'è tutto il necessario, ma sono i clienti che mancano: nessuno si ferma al distributore di benzina di cui si occupa un dipendente (Giorgio); la noia incombe mortale e la strana coppia si abbandona a giochi erotici. Assatanata lei, pervertito lui, per movimentare la situazione facendo pubblicità al locale Nico ingaggia Marcello, fortunato titolare di una rubrica radiofonica assai fertile di idee, affinché risolva il problema della redditività del motel. Però spinge costui a sollazzarsi con Alba, la quale sta al gioco. Il guaio è che già da molto tempo Marcello e la donna insaziabile se la intendono e, mentre il marito spia e fotografa di nascosto la coppia degli amanti, i due non fanno che scoprire fantasiose varianti al tema sessuale. Alba però decide di eliminare il marito (il suo "pesciolino", che pure sembra amare), l'amante nicchia, perchè sa che l'altro è in fondo geloso e lui potrebbe rimetterci la pelle, senonché, nella notte in cui egli arriva al motel per attuare il piano prestabilito, trova Nico ucciso sulla soglia del "Nevada". Alba ritiene Marcello autore materiale dell'omicidio, il complice pensa che sia stata lei, ambedue però d'accordo gettano il corpo nel non lontano Pozzo del Diavolo. In realtà, quella notte un terzetto di sconosciuti aveva tentato di uccidere vicino al distributore un importante personaggio ma, sbagliando il tiro, avevano colpito Nico. Ma gli amanti diabolici resteranno di stucco quando il morto si ripresenta poco dopo a casa: il pozzo era solo interrato e lui se l'è cavata con poche contusioni. E il trio continuerà la sua perversa partita, anche se tutti saranno occupatissimi: la radio in cui Marcello lavora ha trasmesso che giusto vicino al "Nevada" sono scesi i marziani (Giorgio, lo svitato visionario, li ha visti e li descrive) e con ciò gli affari vanno a gonfie vele. Anzi, la robusta inventiva di Marcello già pensa di spostare in zona un Santuario che non è troppo lontano: tanto da attirare i turisti, mescolando sacro e profano.
SCHEDA FILM

Regia: Luciano Odorisio

Attori: Elena Sofia Ricci - Alba, Francesco Scali - Gio-Gio, Andrea Roncato - Marcello, Sebastiano Nardone - Nico

Soggetto: Laura Toscano, Luciano Odorisio, Franco Marotta

Sceneggiatura: Luciano Odorisio, Franco Marotta, Laura Toscano

Fotografia: Carlo Cerchio

Musiche: Luigi Ceccarelli

Montaggio: Carlo Bartolucci

Scenografia: Massimo Corevi

Durata: 102

Colore: C

Genere: GROTTESCO

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Produzione: SCENA INTERNATIONAL, RETEITALIA

Distribuzione: TITANUS DISTRIBUZIONE

NOTE
- DAVID DI DONATELLO 1990 PER MIGLIORE ATTRICE A ELENA SOFIA RICCI.
CRITICA
"Il film, fotografato con maestria da Carlo Cerchio e con una colonna sonora di Luigi Ceccarelli che imita la chitarra di Ry Cooder, ha in Andrea Roncato e Sebastiano Nardone un amante e un marito che si spalleggiano con virile amicizia e con molta misura. Ma sono l'ottima, subdola, sensuale, intrigante Elena Sofia Ricci e il brillante comico Francesco Scali, l'inserviente dalle fughe immaginarie, che sanno tramutare i toni torbidi dell'intreccio in uno scherzo riuscitissimo, molto originale nel panorama del cinema italiano più nuovo e spesso superficialmente trascurato." ('Il Corriere della Sera', 10 Febbraio 1990)

"Nel suo esercizio metacinematografico di imitazione, parodia e parafrasi dei modelli hollywoodiani Odorisio sa lavorare anche di fino: 'Tom Dooley' nella colonna musicale; quaranta gradi all'ombra; il montaggio in funzione di un'ironica 'suspense'; bollori erotici in cucina. Ma anche le incursioni nel territorio del 'non sense', i giuochi perversi dell'eccitazione sessuale, la strategia parodistica dell'ambiguità ('Se te lo dico, che gusto c'è?'). Potrei fare più di una riserva sul pastiche tra comicità ed erotismo e notare che, dopo il presunto ammazzamento del marito, il film va in surplace e fatica a riprendere la giusta carburazione, ma sulla, direzione degli attori non ho che elogi. Andrea Roncato, del popolare duo televisivo Gigi & Andrea, non abusa della strascicata dizione bolognese né delle occhiate assassine, i duetti tra Nico (Sebastiano Nardone) e Gioggiò (Francesco Scali sulla scia di Panelli, ma più mite e lunatico) sono deliziosi. La carta vincente è Elena Sofia Ricci, che governa con sapiente e divertita ironia il suo sessappiglio, distribuendo staffilate di erotismo e recitando sul filo del rasoio, toscaneggiante principessa dell'ambiguità travestita da cenerentola." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 10 Febbraio 1990)

"Un film medio, con tre pregi. Il primo è Elena Sofia Ricci: l'attrice brava prediletta da Pupi Avati, nel suo primo ruolo di seduttrice brillante anche seminuda, si conferma intelligente e spiritosa, si rivela sensualmente assai attraente. Il secondo pregio è il pastiche che allude in chiave comica e per accumulazione a molto cinema americano: un motel-trattoria-stazione di servizio in decadenza, sempre deserto, sperduto nella campagna, rovente di caldo, gestito da una donna bella ardente di desideri e da suo marito; la noia, il sudore, il ventilatore, il silenzio, il garzone scemo, i cubetti di ghiaccio sulla pelle accaldata di lei; i giochi sessuali ideati dalla coppia per rompere il tedio; il giovanotto di città che sopravviene; la passione travolgente tra lui e la donna, consumata anche sul tavolo di cucina fra stoviglie sporche; l'ambigua trama per uccidere il marito incomodo, il fatto di cronaca che richiama gente curiosa e porta il locale al successo. Un po' di 'Asso nella manica', di 'Postino suona sempre due volte', di 'Fiamma del peccato' di 'Attrazione fatale' e d'altri film: ma tutto in Italia, nella pianura meridionale, tra personaggi agro-provinciali, e per ridere. Il terzo pregio è Roncato, l'Andrea della coppia televisiva Gigi - Andrea, nella parte d'un disc jockey seduttore riottoso, pavido: anche quando non fa moltissimo, la sua comicità impassibile, impermalita e simpatica resta molto divertente. Un difetto è forse il titolo, troppo simile a moltissimi altri titoli di film italiani che ripetono espressioni del linguaggio quotidiano ritenendole accattivanti mentre risultano spesso soltanto piatte." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 2 Marzo 1990)