Miracolo a Viggiù

ITALIA 1951
Carletto Marchi, titolare d'una ditta di pubblicità, incontra dopo molti anni un compagno di prigionia, che ha perduto la memoria. Carletto ne conosce soltanto il soprannome: Sonny Boy. In una figura femminile, riprodotta sul manifesto pubblicitario d'un dentifricio, Sonny Boy riconosce una ragazza da lui amata; ma nulla ricorda di lei, a prescindere dalle sembianze. Per intercessione di Carletto, Sonny Boy, che ha una bella voce, viene scritturato dalla ditta di dentifrici per una serie di trasmissioni pubblicitarie. Risulta poi che la ragazza del manifesto è la pupilla del titolare della ditta di dentifrici: per circostanze fortuite essa ritorna improvvisamente dal collegio. Nell'ascoltare una trasmissione pubblicitaria, la ragazza riconosce, nella voce di Sonny Boy, quella del fidanzato, che da anni ha perduto di vista. Si viene intanto a saper che il fabbricante di dentifrici è in realtà un losco contrabbandiere. Durante la guerra egli ha denunciato ai tedeschi i ricchi genitori della ragazza e quelli del fidanzato, cagionando la loro morte. Ora egli tenta di fuggire all'arresto, trascinando seco la ragazza, ma viene fermato alla frontiera. Liberata e ricondotta a Milano, la ragazza ritroverà Sonny Boy, che rivedendola, riacquista la memoria. Tutto finisce con un buon matrimonio.
SCHEDA FILM

Regia: Luigi M. Giachino

Attori: Antonella Corre, Vittorio Mascheroni, Diego Parravicino, Arturo D'Alessandro, Cesare Canevari, Romolo Costa, Franco Parenti, Buleghin, Antonella Lualdi - Antonella, Silvana Pampanini - Pinuccia, Teddy Reno - Sonny Boy, Beniamino Maggio - Amleto, Adriana Serra - Flora, Mario Carotenuto, Speria Sperani, Nunzio Filogamo, Furlanetto - Krauss

Soggetto: Luigi M. Giachino

Sceneggiatura: Gino Falconi, Vincenzo Rovi, Tino Richelmy, Luigi M. Giachino

Fotografia: Domenico Scala

Musiche: Lelio Luttazzi, Vittorio Mascheroni

Scenografia: Mario Grazzini

Durata: 85

Genere: COMICO

Produzione: FRANCO CANCELLIERI PER PROD. CIN.CHE CANCELLIERI - C. G.

Distribuzione: REGIONALE

CRITICA
"Film pieno di lacrime, di luoghi comuni e di convenzionalità. Gli elementi sono i soliti, le gambe della Pampanini, battute vecchie e canzoni nuove. Il titolo c'entra poi come classici cavoli a merenda (...)". (I. Dori, "Hollywood", n. 318 del 1951).