Maze Runner - Il labirinto

The Maze Runner

2/5
Giovani, carini e isolati: dopo Hunger Games ed Ender's Game, l'ennesima smaccata metafora della generazione boh

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USA 2014
Thomas si sveglia in un ascensore e ricorda solo il suo nome. E' emerso in un mondo in cui vivono circa sessanta adolescenti che hanno imparato a sopravvivere in un ambiente completamente chiuso, dove provvedono a loro stessi autonomamente e a cui si aggiunge nuovo ragazzo ogni trenta giorni. Il gruppo originario ha vissuto nella Radura per due anni, cercando il modo di fuggire dal 'labirinto' che circonda il loro spazio, fino a quando hanno perso la speranza di essere nuovamente liberi. Poi, l'arrivo di una strana ragazza, prima donna a fare la propria comparsa in quel mondo e portatrice di un messaggio, cambia il loro mondo per sempre...
SCHEDA FILM

Regia: Wes Ball

Attori: Dylan O'Brien - Thomas, Kaya Scodelario - Teresa, Thomas Sangster - Newt, Will Poulter - Gally, Patricia Clarkson - Ava Paige, Aml Ameen - Alby, Ki Hong Lee - Minho, Blake Cooper - Chuck, Dexter Darden - Frypan, Chris Sheffield - Ben, Jacob Latimore - Jeff, Alexander Flores - Winston, Randall Cunningham - Clint, Dylan Gaspard - Glader

Soggetto: James Dashner - romanzo

Sceneggiatura: Noah Oppenheim, Grant Pierce Myers, T.S. Nowlin

Fotografia: Enrique Chediak

Musiche: John Paesano

Montaggio: Dan Zimmerman

Scenografia: Marc Fisichella

Arredamento: Jon Danniells

Durata: 113

Colore: C

Genere: THRILLER FANTASCIENZA

Tratto da: romanzo "Il labirinto" di James Dashner (ed. Fanucci), primo libro della trilogia "The Maze Runner"

Produzione: 20TH CENTURY FOX, GOTHAM GROUP

Distribuzione: TWENTIETH CENTURY FOX ITALY

Data uscita: 2014-10-08

TRAILER
CRITICA
"Dalla saga bestseller 'The Maze Runner' di James Dashner, l'adattamento del primo libro, 'II labirinto': che cos'è, un carrozzone claustrofobico con tensioni escapiste, un'allegoria dell'essere giovani oggi, un teen-movie spacciato per survival-movie? Tutto questo, e di più: da 'II Signore delle Mosche' alla saga 'gemella' 'Hunger Games', passando per 'Lost' ed 'Ender's Game', il citazionismo la fa da padrone, a scapito dell'eccitazione, del coinvolgimento emotivo. Ma al pubblico giovane anche questa apatia dirà molto: 'Maze Runner smells like teen spirit', quello moscio e in cattività di questo Terzo Millennio." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 9 ottobre 2014)

"Ormai, si rischia di perdere il conto. Ogni due per tre, esce al cinema l'ennesimo episodio pilota di una saga 'young adult', dedicata, cioè, a un pubblico che spazia tra i 14 e 21 anni. Del resto, il botteghino ('Hunger Games' su tutti) dimostra che il filone è quello delle uova d'oro, più o meno come quando mandi nelle sale un horror o un cartone. Il problema, semmai, è riuscire a stare dietro a tutti questi film perché sposando il discorso della serialità televisiva (e per garantirsi qualche incasso in più) le pellicole, soprattutto nei primi capitoli, lasciano molte questioni in sospeso. Come avviene, in modo particolare, in questo 'Maze Runner - Il labirinto', adattamento del primo libro della trilogia partorita da James Dashner. (...) Qualche assurdità di sceneggiatura (...), non inficia la buona impressione di una storia che mischiando videogame a formazione (...), suspence a enigmi, ti fa venir voglia di andare a vedere anche il secondo film." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 9 ottobre 2014)

"Piacerà agli spettatori coetanei dei personaggi naturalmente. E anche a parecchi adulti (Wes Ball è un regista esordiente da tener d'occhio). Certo, gli adulti dovranno prendere per il verso buono (cioè indulgente) lo sfrenato citazionismo di romanzo e film (oltre al 'Signore delle mosche', serie Tv come 'Lost' e cinematografiche come 'Hunger Games'). Se indulgono, fanno bene. Perché 'Maze Runner' non è solo un sodo e inventivo film d'azione, ma anche una metafora non spregevole sul mondo under 18 del nuovo secolo. Il romanzo di James Dashner è stato un best seller perché il suo labirinto di fantasia allude alla trappola planetaria che ha ingabbiato le giovani generazioni. Niente passato (almeno quello dei padri) niente futuro (forse niente lavoro). Solo la sopravvivenza, la condanna a passare gli anni in Radura finché vecchiaia non sopravvenga." (Giorgio Carbone, 'Libero', 25 settembre 2014)