Mal di pietre

Mal de pierres

3/5
L'ennesimo personaggio interrotto della regista francese è al centro di questo pseudo melò. Con una Marion Cotillard mai così difficile da amare

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FRANCIA 2015
Gabrielle proviene da un piccolo villaggio del Sud della Francia, in un momento in cui il sogno del vero amore è considerato scandaloso, se non addirittura folle. Contro la volontà della ragazza, infatti, i genitori di Gabrielle hanno deciso di darla in sposa a José, onesto e amorevole contadino spagnolo, convinti che farà di lei una donna rispettabile. Tuttavia, quando Gabrielle viene mandata in un centro termale sulle Alpi per curare i suoi calcoli renali, la ragazza vede riaccendersi la passione sopita dopo l'incontro con André, un coraggioso veterano della guerra d'Indocina. Decisa a perseguire il proprio sogno d'amore Gabrielle, medita quindi di fuggire con André, svincolandosi così da un matrimonio che sembra renderla prigioniera...
SCHEDA FILM

Regia: Nicole Garcia

Attori: Marion Cotillard - Gabrielle, Louis Garrel - André Sauvage, Àlex Brendemühl - José, Brigitte Roüan - Adèle, Victoire Du Bois - Jeannine, Aloïse Sauvage - Agostine, Daniel Para - Martin, Jihwan Kim - Blaise, Victor Quilichini - Marc 14enne

Soggetto: Milena Agus - romanzo

Sceneggiatura: Nicole Garcia, Jacques Fieschi

Fotografia: Christophe Beaucarne

Musiche: Daniel Pemberton

Montaggio: Simon Jacquet

Scenografia: Arnaud de Moléron

Costumi: Catherine Leterrier

Altri titoli:

From the Land of the Moon

Durata: 120

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: romanzo "Mal di pietre" di Milena Agus (ed. Nottetempo)

Produzione: LES PRODUCTIONS DU TRÉSOR

Distribuzione: GOOD FILMS (2017)

Data uscita: 2017-04-13

TRAILER
NOTE
- IN CONCORSO AL 69. FESTIVAL DI CANNES (2016).
CRITICA
"Attraverso il destino della protagonista, la regista racconta la dolorosa situazione di tante donne ancora in attesa di una liberazione che arriverà solo un decennio dopo, ma questo approccio non impedisce alla Garcia di entrare anche sotto la pelle di personaggi maschili, raccontati con affetto e sensibilità." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 14 aprile 2017)

"Traslocando passioni e speranze dalla Sardegna della Agus autrice del romanzo ispiratore alla Provenza anni 50, Nicole Garcia scrive il suo film più truffautiano, ma mette ancora troppi nastri al pacchetto, nascondendo il dolore del diverso. II suo è un bel mélo che si svolge a Davos nella clinica di 'Youth' di Sorrentino e forse della 'Cura dal benessere' di Verbinski, tutti debitori alla 'Montagna incantata' di Mann. (...) Di fantastica alchimia gli attori, Marion Cotillard e Louis Garrel, le cui pulsioni sessuali a carne viva procedono guardandoci negli occhi." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 13 aprile 2017)

"Mélo di 'amour fou' che si autodichiara fieramente tale, un omaggio alla tradizione romanesca apparentemente fuori-moda. Solo per quanto riguarda la storia, però, che allinea situazioni già viste. Al contrario, la forma filmica rivela una consapevolezza meta-testuale molto moderna le inquadrature sono composte con estrema esattezza; così come i gesti degli attori e le battute di dialogo, per nulla melodrammatici. In una parte per la quale un'attrice potrebbe uccidere, Cotillard si candida ad anti-eroina romantica del decennio." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 13 aprile 2017)

"Chi ha paura del melò? Curioso come le più iperboliche cine-esibizioni di sesso e violenza siano comunemente accette, mentre quando a colorare lo schermo è la fiamma della passione, tutti ad arricciare il naso. Vedi l'accoglienza freddina riservata lo scorso maggio a Cannes a 'Mal de Pierre' di Nicole Garcia: a dispetto della luminosa incarnazione di Marion Cotillard, poca simpatia per Gabrielle, malata di calcoli ai reni ma soprattutto di mal d'amore; e tendenza a giustificarne i deliri in chiave di ribellione proto-femminista ai dettami di una società (siamo nella metà del Novecento) repressiva nei confronti della donna. Nell'ispirarsi al bel romanzo di Milena Agus (...), Nicole Garcia e il suo sceneggiatore abituale Jacques Fieschi hanno apportato notevoli cambiamenti. Nel libro - radicato nell'ambiente sardo, terra avita della scrittrice - a rievocare le traversie della nonna «pazza» è una nipote: per cui succede che il pur drammatico passato acquista una coloritura più leggera. Al contrario la Garcia, trasferendo il film nel contesto della Provenza della lavanda e del Mistral, affonda diretta nel melò concentrandosi sul tema di un distruttivo anelito di passione che miracolosamente riesce a tradursi in motore di cambiamento, di immaginazione, di vita. (...) Nella stratificata imbastitura non sempre tutto torna, ma come negare la suggestione di un film che rifiuta di piegare la follia dell'amore ai motivi della ragione?" (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 13 aprile 2017)

"Qualche ruvido passaggio è sempre recuperato dall'attenzione allo sguardo panico di Gabrielle, investita, più che circondata, dal paesaggio, campagne, marine, monti innevati. Per Marion Cotillard una prova profonda di grande sensibilità che evoca eroine disturbate da radici di libertà negate (la Lange di 'Frances', la Adjani di 'Adele H.')." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 13 aprile 2017)

"Ispirato dal magnifico 'Mal di pietre' della sarda Milena Agus, il testo della Garcia trova sufficienti corde per vibrare ma altrettante occasioni mancate per colpire al cuore e alla testa come si vorrebbe, data la posta in gioco." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 13 aprile 2017)

"Spiacerà a chi apprezza Marion Cotillard ma la ritiene un'attrice a corrente alternata (questo è uno dei suoi momenti depressi). Forse meritava una regia di maggior vigore e inventiva. Ma non poteva sperarla da Nicole Garcia (attrice bella e fascinosa negli anni 70 che come direttrice non è mai riuscita a decollare)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 13 aprile 2017)

"Vibrante mélo d'altri tempi, la storia di una passione, che sfiora spesso il ridicolo, ma conserva una sua dignità." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale, 13 aprile 2017)

"(...) Nicole Garcia ha dato a Marion Cotillard un copione infarcito di lacrime e isteria (...)." (Stenio Solinas, 'Il Giornale', 19 maggio 2016)