L'uomo di neve

The Snowman

2.5/5
Da Jo Nesbo a Tomas Alfredson, più di qualcosa si scioglie: Michael Fassbender indaga, ma il noir è insipido

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GRAN BRETAGNA 2017
Quando il detective Harry Hole, a capo di una squadra speciale della polizia di Oslo, investiga sulla morte di una giovane donna avvenuta dopo la prima nevicata dell'inverno, inizia a temere che sia nuovamente all'opera un elusivo serial killer. Con l'aiuto della giovane e brillante recluta Katrine Bratt, il poliziotto dovrà legare assieme casi irrisolti vecchi di decenni con questo nuovo e brutale, nella speranza di riuscire a smascherare il killer prima della prossima nevicata.
SCHEDA FILM

Regia: Tomas Alfredson

Attori: Michael Fassbender - Harry Hole, Rebecca Ferguson - Katrine Bratt, Charlotte Gainsbourg - Rakel Fauke, Chloë Sevigny - Sylvia Ottersen/Anne Pedersen, Val Kilmer - Gert Rafto, J.K. Simmons - Arve Støp, David Dencik - Idar Vetlesen, Sofia Helin, Toby Jones, James D'Arcy - Filip Becker, Bjørn Iversen - Rolf Ottersen, Jonas Karlsson - Mathias Lund-Helgesen, Peter Dalle - Jonas Lund-Helgsen, Jeté Laurence - Josephine, Johnny Otto - Detective Campbell, Jamie Clayton - Edda, Ronan Vibert - DCI Gunnar Hagen, Jakob Oftebro - Sovrintendente Skarre, Michael Yates - Oleg

Soggetto: Jo Nesbø - romanzo

Sceneggiatura: Peter Straughan, Hossein Amini, Søren Sveistrup

Fotografia: Dion Beebe

Musiche: Marco Beltrami

Montaggio: Thelma Schoonmaker, Claire Simpson

Scenografia: Maria Djurkovic

Arredamento: Tatiana Macdonald

Effetti: Stefano Pepin

Altri titoli:

Snømannen

Durata: 119

Colore: C

Genere: THRILLER

Tratto da: romanzo omonimo di Jo Nesbø (ed. Piemme)

Produzione: WORKING TITLE FILMS, IN ASSOCIAZIONE CON ANOTHER PARK FILM

Distribuzione: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY

Data uscita: 2017-10-12

TRAILER
NOTE
- ALLA REGIA ERA STATO INIZIALMENTE ACCOSTATO MARTIN SCORSESE, CHE E' RIMASTO COINVOLTO NEL PROGETTO IN VESTE DI PRODUTTORE ESECUTIVO INSIEME, TRA GLI ALTRI, A TOMAS ALFREDSON.
CRITICA
"(...) è un giallo vecchio stile (chi, perché uccide donne quando nevica?) che sembra il primo Dario Argento con la mano assassina guantata, ma procede per inerzia, senza produrre passioni simpatie o antipatie. (...) Cast degno di occasioni migliori." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 12 ottobre 2017)

"(...) un thriller 'sporco' e cupo; però con tutti i caratteri del cinema mainstream, a cominciare dal cast divistico internazionale. (...) Sarà che la neve - eccetto a Natale - mette un po' tristezza, ma i paesaggi invernali si prestano bene ad ambientare storie di umana desolazione e delitto. Però il film, pur coinvolgente, soffre di alcuni limiti. Innanzitutto una struttura narrativa non sempre limpida, che intorcina gli eventi in piani temporali diversi con flashback, anticipazioni, ritorni sullo stesso episodio ( un' avvertenza per la visione: cercare di memorizzare i nomi dei personaggi, per capire subito chi è la vittima di turno). Allo scopo di aumentare la suspense, il film ricorre più volte alla pratica del cliffhanger, oggi inflazionata dalle serie televisive: due azioni si svolgono contemporaneamente in luoghi diversi, alternandosi e interrompendosi nel momento di maggiore tensione. Qui ce n'è almeno un paio di lunghette, riservate entrambe ai personaggi di Hole e Katrine; ma in nessuna la tecnica ha la stessa efficacia che le aveva dato Jonathan Demme nel 'Silenzio degli innocenti'. Il secondo punto debole riguarda le principali soluzioni narrative; ed è più evidente nella sintesi filmica che nel romanzo. I fedeli del genere non mancheranno di 'scoprire' l'assassino assieme al detective, anticipando troppo la soluzione. E il colpo di scena in sottofinale ha l'aspetto di un 'deus ex machina' un po' troppo sbrigativo, messo lì per consentire nuove puntate delle avventure del malinconico Hole." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 12 ottobre 2017)

"Nel portare il libro sullo schermo, lo svedese Tomas Alfredson - che pure se l'era cavata assai brillantemente con gli adattamenti di 'La Talpa' e 'Lasciami entrare' - ha perso di vista l'essenziale. Non a causa degli inevitabili tagli al testo, ma per via di immotivate variazioni narrative che, in luogo di condensare il plot, ne indeboliscono la forza. E a risentirne sono gli stessi personaggi, incluso l'ispettore di Oslo Harry Hole, protagonista di undici thriller che gli hanno assicurato fama internazionale. (...) Ben coadiuvato dal direttore di fotografia Dion Beebe, Alfredson si conferma avvolgente tessitore di atmosfere e Fassbender aveva tutti i numeri per essere un fantastico Harry, se solo il copione non lo avesse confinato in un passivo ruolo di ubriacone autodistruttivo. Senza dubbio Hole è questo, ma anche molto di più: un detective dall'istinto infallibile, un essere in bilico fra luci e ombre che non teme di scandagliare gli oscuri recessi della psiche umana. Della sua affascinante complessità nel film resta magra traccia: come potremmo - Nesbo e noi lettori - non sentirci traditi?" (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 12 ottobre 2017)

"Il killer che miete le sue vittime quando 'la prima neve arriverà' ha evidentemente impedito ad Alfredson di esprimere la sua arte migliore, facendogli tradurre il settimo romanzo di Nesbø sulla serie di Harry Hole (...) in un buon giallo/nero/thriller/mistery ma niente di più. In altre parole, l'autore svedese sembra aver avuto il timore di spingersi oltre il confine di una regia corretta, trattenendosi nei limiti del genere senza osare a dare profondità vera alla tragedia intima di personaggi, quasi tutti ombre spettrali di una società e di una comunità ermeticamente impenetrabili, rigidamente sconnesse. Il suo 'Snowman' è solo parzialmente un film di fantasmi, e Hole - a cui Fassbender consegna comunque un'interpretazione magnifica - si muove come uno zombie lirico e stordito fra la dipendenza all'alcol, la dedizione al lavoro e il senso di colpa per l'incapacità di amare chi, invece, lo ama (Gainsbourg e suo figlio). (...) 'L'uomo di neve' piacerà (e farà sobbalzare) alle masse, ma ai palati più raffinati il sapore dell'opera magistrale resterà un desiderata. Fino alla prossima di Tomas Alfredson, speriamo." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 12 ottobre 2017)

"Piacerà ai fan dei libri di Jo Nesbø che finalmente vedono il loro eroe Harry Hole portato sullo schermo (era ora, i romanzi sono almeno una decina, e 'L'uomo di neve' era il settimo). Portato dall'uomo giusto (Tomas Alfredson di 'Lasciami entrare' e della 'Talpa') con l'attore giusto (Michael Fassbender è tra i pochi ad avere la faccia dell'implacabile cacciatore). Ma non è solo Fassbinder l'interprete ad hoc. Anche Rebecca Ferguson fa la sua bella figura e rende del tutto plausibile il coinvolgimento dell'ispido scapolo. E J.K. Simmons, be' lui è sempre giusto in ogni circostanza, e lo è particolarmente qui a fare l'indiziato numero uno. Giusto lo è Alfredson probabilmente più di Martin Scorsese (che produce e che doveva in un primo tempo dirigere) perché Tomas ci guazza a raccontare i delitti innevati (la neve come personaggio, come nemico, rifugio dei colpevoli, incubo degli innocenti). E la neve come segnale (i primi fiocchi annunciano come squilli di trombe la nuova impresa del serial). 'L'uomo di neve' lo meneremmo già nel pantheon dei gialli in cinema, se non fosse per una certa prevedibilità di racconto. D'accordo, la suspense al cinema (più che sulla pagina scritta) nove volte su dieci sta nel fatto che lo spettatore avverte il pericolo qualche istante prima dell'eroe, del protagonista (o della vittima) e qui il meccanismo scatta a perfezione." (Giorgio Carbone, 'Libero', 12 ottobre 2017)

"Thriller molto cupo (tratto da una serie letteraria noir), incapace, però, di appassionare, anche a causa di una sceneggiatura non equilibrata e di un finale poco credibile. Un film nella media, che non lascia il segno e del quale ci si dimenticherà appena fuori dalla sala." (A.S., 'Il Giornale', 12 ottobre 2017)