L'educazione sentimentale di Eugénie

ITALIA 2005
L'astuta e passionale Madame De Saint-Ange ha preso a cuore l'educazione della giovane e illibata Eugénie e al contempo vuole sedurre il marchese Dolmancé, un celebre filosofo omosessuale. In due giorni, con l'aiuto del fratello, il Cavalier de Mirvel e del giovane servo Augustin, Madame porterà a compimento l'impresa con espedienti più o meno ingannevoli, messi in atto attraverso una combinazione di sensualità, erotismo e sentimento.
SCHEDA FILM

Regia: Aurelio Grimaldi

Attori: Sara Sartini - Eugénie, Antonella Salvucci - Madame De Saint-Ange, Valerio Tambone - Marchese di Dolmancé, Cristian Stelluti - Cavalier De Mirvel, Salvatore Lizzio - Servo Augustin, Guia Jelo - Madre di Eugenie, Boris Vecchio - Padre di Eugenie

Soggetto: Donatien Alphonse François de Sade - libro, Choderlos De Laclos - libro

Sceneggiatura: Aurelio Grimaldi, Michele Lo Foco

Fotografia: Marco Carosi

Musiche: Maria Soldatini

Montaggio: Giuseppe Pagano

Scenografia: Valentina Arcuri

Costumi: Valentina Arcuri

Durata: 88

Colore: C

Genere: EROTICO

Tratto da: liberamente tratto da "La filosofia del boudoir" (1795) del Marchese de Sade e "Le relazioni pericolose" (1782) di Choderlos de Laclos

Produzione: UGO TUCCI E VALERIO DE PAOLIS

Distribuzione: BIM

Data uscita: 2005-06-17

CRITICA
"Aurelio Grimaldi è un regista cocciuto e diseguale, orgogliosamente deciso a non arrendersi, ma anche pronto a impegolarsi in ogni tipo di battaglie perse. Stavolta, nonostante un budget miserando, il regista siciliano ha affrontato addirittura 'La philosophie dans le boudoir' del Marchese De Sade, chiedendo per di più allo sceneggiatore Michele Lo Foco di contaminarlo con numerosi e strategici prelievi da 'Les liaisons dangereuses' di Choderlos de Laclos. 'L'educazione sentimentale di Eugénie' ovviamente fallisce e si potrebbe infierire a ruota libera, recitando le solite preci per il cinema italiano, se non fosse per la fluida eleganza dell'ambientazione e la scoperta di un'interessante esordiente (Sara Sartini) come disinibita protagonista. La trama d'altronde è così programmatica e concettosa da riportare al suolo tutti i voli pindarici del buon Grimaldi che, a dispetto delle dichiarazioni grottescamente rivoluzionarie, stila una sorta di bignami dell'erotismo settecentesco, con tanto di nudità patinate e situazioni hard rinfrescate dalle musiche barocche di prammatica. Conta poco riferire di Madame Saint Ange e del suo cesello d'alta scuola libertina sulle morbide forme (fisiche e intellettuali) dell'educanda e sul connesso gioco seduttivo attivato con la partecipazione di un fratello incestuoso, un marchese depravato e un servo superdotato: la malizia persino accattivante del film si sgretola a causa del dislivello tra dialogo altisonante, pose voyeuristiche e disastrosa performance degli attori maschi." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 2 luglio 2005)