L'ARMA L'ORA IL MOVENTE

ITALIA 1972
Un giovane prete, don Giorgio, cappellano e insegnante di musica in un convento femminile, ha due amanti: Orchidea Durantini e Giulia Pisani. Combattuto fra il piacere dei sensi e la coscienza della propria dignità, egli decide, un giorno, di troncare la relazione con Orchidea. Qualche ora dopo, una mano ignota lo uccide, nella chiesa del convento, con tre pugnalate alla schiena. Ignorando che l'omicidio ha avuto come testimone non visto un orfanello (Ferruccio, che Orchidea ha preso sotto la propria protezione), il commissario Boito, che conduce le indagini, sospetta dapprima del sagrestano di don Giorgio (un ex pregiudicato) e, poi - morta nel frattempo anche Giulia, assassinata nel parco del convento - del marito di Orchidea. Quando questi muore, apparentemente suicida, Boito, convinto d'aver raggiunto la prova della sua colpevolezza, chiude il caso e s'appresta a sposare Orchidea, cui s'era nel frattempo legato. Rompendo il silenzio, Ferruccio rivela alla donna di sapere che è lei l'assassina sia di don Giorgio che del marito. Responsabile anche della morte di Giulia, che aveva scoperto il suo primo delitto, Orchidea tenta di sbarazzarsi del bimbo. Interviene a salvarlo il commissario, che perde così una moglie, ma trova una sorta di figlio.
SCHEDA FILM

Regia: Francesco Mazzei

Attori: Arnaldo Bellofiore, Eva Czemerys, Francesco D'Adda, Claudia Gravi, Alcira Harris, Renzo Montagnani, Bedy Moratti, Salvatore Puntillo, Arturo Trina, Adolfo Belletti

Soggetto: Marcello Aliprandi, Francesco Mazzei

Sceneggiatura: Bruno Di Geronimo, Mario Bianchi, Francesco Mazzei, Vinicio Marinucci

Fotografia: Giovanni Ciarlo

Musiche: Francesco De Masi

Montaggio: Alberto Gallitti

Durata: 105

Colore: C

Genere: GIALLO

Specifiche tecniche: PANORAMICA EASTMANCOLOR

Produzione: JULIA (ROMA)

Distribuzione: PANTA

NOTE
REVISIONE MINISTERO FEBBRAIO 1996
CRITICA
E' un mediocre "giallo all'italiana", nel quale le complicazioni dell'intreccio e le psicologie dei personaggi hanno uno scarso peso. Una parte preponderante e del tutto fine a se stessa è data invece dall'elemento erotico con effetti involontariamente grotteschi. Nell'ignobile pasticcio non sono risparmiati - in un cervellotico tentativo di caratterizzarne lo spirito - le monache e il mondo conventuale, dipinto come una collettività di persone paranoiche, per le quali la mortificazione della carne coincide col piacere masochistico. (Segnalazioni Cinematografiche).