L'ambizione di James Penfield

The Ploughman's Lunch

GRAN BRETAGNA 1983
Penfield, redattore della BBC, è un giovane profondamente ambizioso e carrierista che, per un editore di destra, si impegna a scrivere un libro rivisitando l'epoca dell'affare di Suez (1956), proprio mentre l'Inghilterra si trova davanti al problema delle isole Falklands. James, stimolato da Jeremy, un suo ambiguo amico, prende contatto con una giornalista televisiva a cui chiede di essere presentato alla madre, una donna di mezza età che vive con il marito regista pubblicitario in campagna. e che, di schietta fede socialista, in qualità di storico di professione, scrisse ai tempi di Suez un libro severamente critico. Ma il giovane Penfield (che, tra parentesi, socialista non lo è affatto), finisce per essere sedotto dalla matrona, più proclive alle qualità fisiche del giovanotto, che non alla consulenza richiesta. James presenterà il libro nella sua interpretazione dell'epoca di Nasser e della politica inglese di trent'anni prima, vista nell'ottica degli eventi delle Falklands considerati come un ricorrente rigurgito nazionalista della vecchia politica inglese di intervento armato in affari extraeuropei. Avrà successo poiché, in sostanza, è uno che si adegua, ma si accorgerà anche che Susan non lo ama affatto, che l'amico Jeremy si fa in sostanza beffe di lui e che la stagionata madre di Susan lo ha tempestivamente mollato. Penfield continuerà imperterrito la sua arrampicata, circondato tuttavia da una stima labile ed occasionale, senza calore di affetti autentici, cinico qual è, in una società in fondo anche più sprezzante e cinica di lui.
SCHEDA FILM

Regia: Richard Eyre

Attori: Jonathan Pryce - James Penfield, Tim Curry - Jeremy Hancock, Rosemary Harris - Ann Barrington, Frank Finlay - Matthew Fox, Charlie Dore - Susan Barrington, Nat Jackley - Sig. Penfield, David de Keyser - Gold, Pearl Hackney - Signora Penfield, Peter Walmsley - Bob Tuckett, Simon Stokes - Edward, Orlando Wells - Tom Fox, Libba Davies - Betty, Sandra Voe - Carmen, Andrew Norton - Pete, Cecily Hobbs - Carol, Robert Cartland - Editore, Clare Sutcliffe - Jill

Soggetto: Ian McEwan

Sceneggiatura: Ian McEwan

Fotografia: Clive Tickner

Musiche: Dominic Muldowney

Montaggio: David Martin

Scenografia: Luciana Arrighi

Costumi: Luciana Arrighi

Durata: 109

Colore: C

Genere: PSICOLOGICO DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICO

Produzione: GREEN POINT, GOLDCREST FILMS INTERNATIONAL

Distribuzione: BIM DISTRIBUZIONE (1985) - GENERAL VIDEO, CECCHI GORI VIDEO

CRITICA
"Il film (che è stato il primo dell'eccellente regista inglese Richard Eyre, già noto per il finissimo e delicato 'Giorno delle oche') è tutto affidato alla interpretazione, sul solido telaio di una calibratissima sceneggiatura, nonché al gioco delle allusioni e perfino delle occhiate e dei silenzi. E' uno studio sottile e spietato, profondamente amaro, che non fa una piega stilistica; la storia di un uomo sotto il profilo morale camaleontico (e anche ripugnante), un moderno Bel Ami, un carrierista deciso e cinico (quanto accattivante è, malgrado tutto, il suo aspetto fisico). Ogni situazione, sol che accennata o lasciata intuire allo spettatore, fa pensare e riflettere; a volte, un gesto, appunto una semplice occhiata o il 'non detto' bastano e avanzano. La durezza di Penfield, abbacinato dalla meta cui aspira, è perfino incredibile (vedi i suoi rapporti con i vecchi genitori, di cui arriva a negare - forse per la modesta estrazione - la stessa esistenza, e l'atteggiamento verso la madre morente e poi, morta, durante il funerale, di cui Penfield, sbirciando l'orologio, sembra indecentemente insofferente). Di quest'uomo (uno straordinario Jonathan Pryce, già assai apprezzato in 'Brazil', un attore tanto semplice, quanto smagliante) il film di Eyre ci consegna un ritratto asciutto e completo: come di uno che sa evitare ogni insidia e che appare sempre ciò che non è, falso da un punto di vista autenticamente umano e plausibilmente vero nelle maniere mistificatorie e nella inesauribile sua capacità di adattamento. Non è un nuotatore di classe, ma sa ben galleggiare: quanto basta in certi ambienti per vellicarlo e strumentalizzarlo. (...) Nel film, dunque, politica e psicologia sono intimamente legate. La non perfetta conoscenza da parte del pubblico (specie di quello più giovane) di tutti i connotati e i retroscena politici dell'affare di Suez e delle sue gravissime implicazioni, nel film appena alluse (forse perché alla memoria degli inglesi tutto ciò è più vicino in ogni senso), è l'unico aspetto che può renderne meno agevole la immediata fruizione. (...). Per gente non frettolosa, né superficiale, sensibile alle sfumature di un gioco finissimo, il film, che è per di più arricchito da una ricostruzione ambientale esatta e splendida, è tutto da vedere." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 99, 1985)