L'albero degli zoccoli

FRANCIA 1978
Tra l'autunno 1897 e l'estate 1898, quattro famiglie vivono in una cascina della Bassa Bergamasca. Tra i componenti di questa comunità esiste un profondo legame spirituale e culturale che li porta a vivere insieme cose belle e cose tragiche, avvenimenti ordinari e avvenimenti straordinari. Quando si tratta di versare al severo Mesagiù, il padrone della fattoria, i due terzi dei prodotti, cercano tutti di barare per guadagnare pochi chili di farina. Quando la bella Maddalena va sposa a Stefano, tutti fanno corona al matrimonio stramattutino e tutti accolgono gli stessi quando tornano da Milano con il bimbetto adottato. Insieme uccidono il maiale; separano i contendenti; ascoltano i racconti dei vecchi; ricevono il parroco, don Carlo: prendono parte alle funzioni religiose e alle sagre paesane. Tutti godono per la miracolosa 'guarigione' della vacca della povera vedova Runk. Menek è il bambino di sei anni che, unico della fattoria, frequenta la scuola. Un giorno torna a casa con uno zoccolo rotto. Papà Batistì lavora nascostamente per tutta la notte a intagliargliene uno nuovo. Ma si è servito di un albero tagliato abusivamente. Il padrone lo caccia e tutti gli amici osservano sgomenti e impotenti la sua partenza con la famigliola verso l'ignoto e la miseria.
SCHEDA FILM

Regia: Ermanno Olmi

Attori: Luigi Ornaghi - Batistì, Francesca Moriggi - Batistina, Omar Bignoli - Minek, il figlio scolaro, Antonio Ferrari - Tunì, Teresa Brescianini - Vedova Runk, Giuseppe Brignoli - Nonno Anselmo, Carlo Rota - Peppino, Pasqualina Brolis - Teresina, Massimo Fratus - Pierino, Francesca Villa - Annetta, Maria Grazia Caroli - Bettina, Battista Trevaini - Finard, Giuseppina Sangaletti - Finarda, Lorenzo Pedroni - Nonno Finard, Felice Cervi - Ustì, Laura Locatelli - Madre dello sposo, Guglielmo Badoni - Padre dello sposo, Franco Pilenga - Stefano, lo sposo, Lucia Pezzoli - Maddalena, la sposa, Francesca Bassurini - Suor Maria, Carmelo Silva - Don Carlo, Lina Ricci - Donna del sogno, Giacomo Cavalleri - Brena, Lorenza Frigeni - Moglie di Brena, Vittorio Capelli - Frikì, Brunella Migliaccio - Olga, Emilio Pedroni - Il Fattore, Pierangelo Bertoli - Secondo, Mario Brignoli - Il Padrino

Soggetto: Ermanno Olmi

Sceneggiatura: Ermanno Olmi

Fotografia: Ermanno Olmi

Montaggio: Ermanno Olmi

Scenografia: Enrico Tovaglieri

Arredamento: Franco Gambarana

Costumi: Francesca Zucchelli

Altri titoli:

Der Holzschuhbaum

L'arbre aux sabots

The Tree of Wooden Clogs

The Tree with the Wooden Clogs

El àrbol de los zuecos

Durata: 170

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: GEVACOLOR

Produzione: GRUPPO PRODUZIONE CINEMA (MILANO) - RAI - ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO

Distribuzione: ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO - FONIT CETRA VIDEO, VIDEO CLUB LUCE, GRUPPO EDITORIALE BRAMANTE (CINECITTA')

NOTE
- GLI INTERPRETI SONO CONTADINI E GENTE DELLA CAMPAGNA BERGAMASCA.

- EFFETTI SONORI: ITALO CAMERACANNA E ALDO CIORBA.

- PALMA D'ORO E PREMIO DELLA GIURIA ECUMENICA A ERMANNO OLMI AL FESTIVAL DI CANNES (1978), DAVID DI DONATELLO (1979) PER MIGLIOR FILM (EX-AEQUO CON "CRISTO SI E' FERMATO A EBOLI" DI FRANCESCO ROSI E "DIMENTICARE VENEZIA" DI FRANCO BRUSATI), NASTRO D'ARGENTO A ERMANNO OLMI PER MIGLIOR REGIA, MIGLIOR SOGGETTO ORIGINALE, MIGLIOR SCENEGGIATURA E MIGLIOR FOTOGRAFIA, A FRANCESCA ZUCCHELLI PER I MIGLIORI COSTUMI.

- VERSIONE IN VIDEOCASSETTA ANCHE IN DIALETTO BERGAMASCO.
CRITICA
"(...) E' il capolavoro dell'unico regista italiano che abbia saputo affrontare la condizione operaia o contadina non come un teorema sociale, ma come un rapporto fra uomo e uomo. E anche l'unico con cui gli attori naturali ( che in altri film di radice neorealistica parlano con la voce dei doppiatori o recitano battute scritte) sono protagonisti a pieno titolo e in prima persona. Molti di noi (in senso antropologico: tutti) abbiamo avuto un avo contadino: seguendo Olmi in questo viaggio nell'ade possono ravvisare care sembianze". (Tullio Kezich da "La Repubblica")

"(...) L'Albero degli zoccoli è prima di tutto una favola, e come tale richiede una lettura mediata, che tenga conto di tutti gli elementi simbolici in essa contenuti, che pur si calano, come in ogni fiaba, nella realtà quotidiana, confondendovisi. In questa prospettiva, i contadini di Olmi, le loro piccole storie e la grande Storia in cui si collocano, acquistano una dimensione poetica che si apre sulla realtà sociale con linee di fuga di straordinario interesse e di viva suggestione." (Gianni Rondolino, "Catalogo Bolaffi del Cinema Italiano", 6, 1979)