La trappola mortale

The Money Trap

USA 1965
Joe Baron è un funzionario di polizia sposato con Lisa, una donna molto ambiziosa alla quale il denaro sembra non bastare mai. Quando Joe viene a sapere da Kelly, un piccolo trafficante di stupefacenti trovato in fin di vita in casa del dottor Van Tilden, un medico legato a doppio filo con la malavita, che nella cassaforte è nascosta una grossa somma di denaro, decide di abbandonare ogni scrupolo. Insieme al suo collega Pete progetta in ogni suo dettaglio il furto. Rosalie, la moglie di Kelly confida ai due poliziotti altri importanti particolari ma pochi giorni dopo paga le sue confidenze con la vita. Arriva la sera scelta per il furto ma i due vengono scoperti mentre stanno scassinando la cassaforte. Nonostante i colpi di pistola al loro indirizzo, i due poliziotti riescono a fuggire, portando con sé i soldi e l'eroina trovati nella cassaforte. Pete però è ferito e Joe decide di chiedere aiuto proprio al dottor Van Tilden, promettendo di restituirgli l'eroina. Il dottore, però, è pronto a far scattare la sua trappola...
SCHEDA FILM

Regia: Burt Kennedy

Attori: Glenn Ford - Joe Baron, Elke Sommer - Lisa Baron, Rita Hayworth - Rosalie Kelly, Joseph Cotten - Dr. Horace Van Tilden, Ricardo Montalban - Pete Delanos, Tom Reese - Matthews, James Mitchum - Detective Wolski, Argentina Brunetti - Zia, Fred Essler - Signor Klein, Eugene Iglesias - Il padre, Teri Lynn Sandoval - La figlia

Soggetto: Lionel White

Sceneggiatura: Walter Bernstein

Fotografia: Paul Vogel

Musiche: Hal Schaffer

Montaggio: John McSweeney Jr.

Scenografia: George W. Davis, Carl Anderson

Durata: 92

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM, PANAVISION

Tratto da: romanzo di Lionel White

Produzione: MAX E. YOUNGSTEIN, DAVID KARR PER MGM

Distribuzione: MGM

CRITICA
"Nonostante il film possa vantare qualità formali di discreto livello, tradisce una fondamentale carenza drammatica: i personaggi assai raramente escono dai moduli della loro struttura convenzionale né il susseguirsi dei fatti dispone, come dovrebbe, al progressivo acuirsi del dramma, verso l'amara conclusione." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 59, 1966)