La rimpatriata

FRANCIA 1962
Un gruppo di amici trentacinquenni che non si vedono da molto tempo, si riuniscono per passare insieme una serata. Hanno tutti famiglia e una professione avviata. C'è soltanto uno di loro che, anche se sposato, è rimasto libero: Cesare. Per il gruppo è il simbolo di una vita senza regole, legami e responsabilità. La serata passa nella ricerca della spensieratezza e della felicità che avevano caratterizzato la loro giovinezza. Ma alla fine si separano con la coscienza che un'epoca è tramontata e che, probabilmente, non si vedranno mai più.
SCHEDA FILM

Regia: Damiano Damiani

Attori: Walter Chiari - Cesarino, Francisco Rabal - Alberto, Letícia Román - Carla, Dominique Boschero - Tina "la triste", Paul Guers - Livio, Riccardo Garrone - Sandrino, Mino Guerrini - Nino, Gastone Moschin - "Toro", Cesare Barilli - Pino, Teresa Frada - La bionda friuliana, Mimma Di Terlizzi - Maria, Enzo De Toma - Dinelli, Livia Contardi - Moglie di Cesarino, Jacqueline Pierreux - Lara, detta "il Larone", Marilena Possenti, Olivo Mondin, Mariam Omar Samanta, Misa Pesaro, Franco Moraldi, Arnaldo Lucchini, Giuseppe Setti, Leonardo Satta, Gaetano Fusari, Delia Bartolucci

Soggetto: Damiano Damiani

Sceneggiatura: Damiano Damiani, Ugo Liberatore - collaborazione, Enrico Ribulsi - collaborazione, Vittoriano Petrilli - collaborazione

Fotografia: Sandro D'Eva, Sergio D'Offizi - operatore

Musiche: Roberto Nicolosi

Montaggio: Giuseppe Vari

Scenografia: Mauro Bertinotti

Costumi: Ebe Colciaghi

Altri titoli:

La repatriée

The Reunion

Durata: 100

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Produzione: 22 DICEMBRE (MILANO), GALATEA (ROMA), LYRE CIN.QUE (PARIGI)

Distribuzione: WARNER BROS - FONIT CETRA VIDEO (1963)

NOTE
- PRESENTATO ALLA 66. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2009) NELLA SEZIONE "QUESTI FANTASMI 2".
CRITICA
"(...) Fornito di una dose di critica di costume (...) vuole essere una presa di posizione contro l'irrigidimento conformista della realtà del nostro Paese, e intende portare (...) la questione della incapacità di (...) inserirsi nel contesto sociale. Purtroppo il film si dimostra debole nel suo impianto, piuttosto frammentario ed episodico, frazionato in battute e atteggiamenti di dubbio gusto (...)". (Francesco Dorigo, "Cineforum", 28/29, novembre 1963).