Invincibile

Invincible

Dopo sette anni riemerge dall'oblio il film di Werner Herzog: forza bruta e illusionismo alla vigilia dell'ascesa hitleriana

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GERMANIA 2001
La storia di Zishe Breitbart, ebreo d'animo semplice ma dotato di grande forza fisica, che nella Berlino dei primi anni dell'ascesa di Hitler, diventa Siegfried, l'uomo più forte del mondo.
SCHEDA FILM

Regia: Werner Herzog

Attori: Jouko Ahola - Zishe Breitbart, Tim Roth - Hersche Steinschneider/Erik Jan Hanussen, Anna Gourari - Marta Farra, Max Raabe - Maestro di Cerimonie, Jacob Wein - Benjamin Breitbart, Gustav-Peter Wöhler - Alfred Landwehr, Udo Kier - Conte Helldorf, Herbert Golder - Rabbino Edelmann, Gary Bart - Yitzak Breitbart, Renate Krössner - Madre Breitbart, Ben-Tzion Hershberg - Gershon, Rebecca Wein - Rebecca, Raphael Wein - Raphael, Daniel Wein - Daniel, Chana Wein - Chana, Hans-Jürgen Schmiebusch - Sig. Peters, Händl Klaus - Joseph Goebbels, Silvia Vas - Sig.ra Holm, Les Bubb - Rothschild, Alexander Duda - Heinrich Himmler, Tina Bordihn - Hedda Christiansen, Ieva Aleksandrova-Eklone - Delilah

Soggetto: Werner Herzog

Sceneggiatura: Werner Herzog

Fotografia: Peter Zeitlinger

Musiche: Hans Zimmer, Klaus Badelt

Montaggio: Joe Bini

Scenografia: Ulrich Bergfelder

Arredamento: Karl-Heinz Hähnel

Costumi: Jany Temime

Effetti: Alan Marques, Hypnosis VFX Ltd.

Altri titoli:

Unbesiegbar

Invencible

Durata: 128

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: WERNER HERZOG FILMPRODUKTION, TATFILM PRODUCTION, LITTLE BIRD, JAN BART PRODUCTIONS, WDR, BR, ARTE, FILMSTIFTUNG NRW, FFA, BKM, FILM FOUR, FINE LINE FEATURES

Distribuzione: RIPLEY'S FILM (2008)

Data uscita: 2008-07-25

TRAILER
NOTE
- IN CONCORSO ALLA 58. MOSTRA DI VENEZIA (2001) NELLA SEZIONE 'CINEMA DEL PRESENTE'.
CRITICA
"Strano film questo 'Invincible' con cui Werner Herzog torna al cinema di finzione dopo una lunga parentesi. Girato in inglese, come vuole ahinoi il mercato internazionale, per il resto ignora tutte le convenzioni. Niente scene madri, malgrado la materia: grande cura nel ricostruire - idealizzandola anche un poco - la cultura e il senso comunitario dei piccoli shtetl centroeuropei; enfasi sulla dimensione religiosa, più che politica, della vicenda, anche se è sempre attuale la passione del potere per l'esoterismo, il mistero, le sette segrete (...) un film appassionante e discontinuo, accurato e prolisso, un po' folle ma a tratti anche stranamente piatto e antiquato". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 3 settembre 2001)

"Ricordate Herzog, il più estremo, visionario, audace tra i campioni del Nuovo Cinema Tedesco? Scordatevelo. L'intento è nobile, ma la fattura è quella di un polpettone televisivo su commissione". (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 4 settembre 2001)

"Herzog manovra con abilità didascalica il bene e il male, ma restando lontano dalla sua cifra stilistica, in stile più tradizionale, quasi televisivo". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 3 settembre 2001).

"Dopo una serie di film antinarrativi e non ortodossi, il vecchio ribelle del cinema Werner Herzog torna con 'Invincible' a un'opera ispirata sì a una storia vera, ma elaborata in forma di fiction, (ben) recitata e messa in scena con inquadrature ampie e 'classiche'. L'effetto è pregevole, commovente; la forza della parabola, insolitamente penetrante; il mix d'inquietudine e serenità, a tratti, ammirevole. Con una nota d'onore a TIm Roth per la versatilità con cui sa affrontare (da 'Hulk' a 'Funny Games', a questo), parti diversissime tra loro. Il suo Hanussen, mefistofelico ma ferito nel profondo e custode di un segreto, è un personaggio che val la pena di conoscere." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 25 luglio 2008)

"Centotrenta minuti e rotti di lineare semplicità, di spiritualità elementare, che ci presenta ebrei fuori dai soliti cliché, fisici e morali. Non vittime, ma figure grandiose nel bene e nel male, dotati di una fragile forza da cui traggono successo e (visioni di) morte. Ma è anche la storia archetipica di amore, potere e utopia, di un triangolo amoroso tra uno showman (Tim Roth, ottimo), un atleta (il finlandese Jouko Haola, che per anni è stato davvero 'l'uomo più forte del mondo'), la pianista bella e triste (Anna Gourari, una delle più grandi musiciste moderne): il cattivo, il brutto e la buona. Altri outsider nella galleria degli strambi personaggi di Herzog." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 25 luglio 2008)